Red
25 febbraio 2015
«Rally Sardegna, stop al bancomat regionale»
La proposta di Centro Democratico è semplice: «La Regione non può essere un bancomat a disposizione per finanziare le fortune degli organizzatori. I soldi pubblici dovrebbero essere utilizzati per promuovere la Sardegna»
ALGHERO - «La Sardegna deve uscire dalle solite guerre politiche fra territori. Le polemiche cui stiamo assistendo in questi giorni riguardo l’organizzazione del Rally Italia Sardegna devono far riflettere la Regione e l’assessorato al Turismo sull’utilizzo dei fondi destinati a finanziare questi grandi eventi». Centro Democratico Sardegna interviene sulla guerra di campanile scoppiata nelle ultime settimane fra i vari territori della Sardegna per l’organizzazione delle prove del Rally Italia Sardegna, in programma dall’11 al 14 giugno, con sede di gara ad Alghero, e va oltre le polemiche, proponendo un nuovo corso per la gestione e il finanziamento delle manifestazioni che potenzialmente possono attirare visitatori nell’Isola.
«Se un appuntamento come il Rally Italia Sardegna è davvero così rilevante, non capiamo perché abbia bisogno di un così forte contributo di soldi pubblici per essere realizzato, e nutriamo seri dubbi che i 900 mila euro stanziati dalla Regione per l’edizione di quest’anno siano giustificati dalle reali ricadute economiche che la manifestazione avrà sul territorio», afferma il coordinatore regionale di Centro Democratico Sardegna, Roberto Capelli.
«L’apporto di contributi pubblici per sostenere queste iniziative andrebbe rivisto cercando, non tanto di finanziare l’evento in sé, ma più proficuamente, per favorire l’arrivo di turisti interessati a quell’appuntamento, e fare in modo che questi visitatori restino più giorni in Sardegna per conoscere l’Isola». La proposta di Centro Democratico e semplice: «La Regione non può essere un bancomat a disposizione per finanziare le fortune degli organizzatori. I soldi pubblici dovrebbero essere utilizzati per promuovere la Sardegna. Il nostro suggerimento è di usare la maggior parte della cifra destinata a finanziare l’evento, in questo caso il rally, per attivare convenzioni con gli operatori turistici e con i vettori di trasporto in modo da abbattere i costi di arrivo e soggiorno in Sardegna, in concomitanza con quel determinato evento e desiderosi di trattenersi nell’Isola almeno 5 giorni».
In pratica la Regione acquisterebbe direttamente i biglietti di trasporto dai vettori, per renderli poi disponibili ai turisti che rimarranno in Sardegna alloggiando per più giorni nelle strutture ricettive. «Chiaramente fra le strutture ricettive vanno escluse tassativamente le seconde case» spiega il capogruppo CD in Consiglio regionale, Roberto Desini. «Le modalità di acquisto dei biglietti e i criteri di assegnazione ai turisti, dovranno essere studiati dalla struttura dell’assessorato regionale al Turismo», e la stesura definitiva delle regole da applicare, «dovrà arrivare solo dopo avere ascoltato la voce degli operatori del settore».
La formula potrebbe poi essere applicata a tutti i grandi eventi, sportivi e non, che si organizzano in Sardegna nei periodi di bassa stagione. «Questa soluzione metterebbe fine definitivamente alle conflittualità sterili fra territori, favorirebbe realmente la promozione turistica della nostra Isola, e rafforzerebbe il concetto che la Sardegna non è una meta costosa per le vacanze. Per esempio, nel caso del Rally Italia Sardegna, è stato stimato che se il contributo della Regione fosse utilizzato per abbassare i costi dei biglietti aerei e navali e per le convenzioni con gli operatori turistici, si potrebbero toccare le 10mila presenze turistiche e si creerebbe una ricaduta economica reale sull’Isola».
Nella foto: il coordinatore regionale di Centro Democratico Sardegna, Roberto Capelli
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