Marcello Simula
30 maggio 2006
Il neo deputato Vacca mette in guardia: «La devolution danneggia la Sardegna»
Primo appuntamento con il Comitato Salviamo la costituzione. Ieri nella sala dei Democratici di Sinistra sono state spiegate le ragioni del no al referendum previsto per giugno
ALGHERO - «È in gioco la sopravvivenza dello stato»: è con queste parole che ieri sera il comitato “Salviamo la Costituzione” ha mosso il primo passo verso la sensibilizzazione dei cittadini in vista del referendum del 25 e 26 giugno. Per portare avanti l’opposizione allo stravolgimento della carta costituzionale si sono ritrovati uniti nei locali dei Ds gli esponenti cittadini di tutti i partiti e movimenti di riferimento all’area del centrosinistra. La coordinatrice del comitato, Maria Grazia Serra, ha inoltre sottolineato che il comitato è aperto non solo a forze politiche, ma anche a semplici cittadini che vogliano dare il proprio aiuto per far conoscere agli elettori la portata delle conseguenze della devolution. Dalla Regione e dalla Provincia è arrivato il contributo rispettivamente dei consiglieri Mario Bruno e Carmelo Piras, di Progetto Sardegna, che hanno messo in guardia dal pericolo perdere il prezioso equilibrio che tiene uniti i poteri dello stato. Più pragmatico il deputato uscente dei Ds, Francesco Carboni, che ha dichiarato apertamente che la posta in gioco è troppo alta: secondo Carboni le pesanti modifiche introdotte dal governo della Cdl rischiano di proiettare l’Italia fuori dallo stato costituzionale di diritto. Il primo obiettivo della nuova costituzione, a detta dell’ex onorevole, è quello di «esautorare il Parlamento del suo potere legislativo, portando invece il governo, organo amministrativo, a una posizione di predominio, mortificando in questa maniera il potere di voto dei cittadini». Ma gli elettori non sarebbero gli unici a essere svalutati dal nuovo testo: «Anche il presidente della repubblica - ha spiegato Carboni - non potrebbe più esercitare quelle stesse prerogative di garanzia che già nella passata legislatura sono state osservate solamente pro forma nella riforma dei mezzi radiotelevisivi e su quella della giustizia. Più defilato rispetto al gioco delle parti Elias Vacca, neo deputato del Pdci: «La vittoria del no, non sarebbe la vittoria della sinistra - ha detto Vacca - ma sarebbe la vittoria di tutti i cittadini si riconoscono nei valori della costituzione del ‘48, al di là delle strumentalizzazioni politiche». Vacca ha poi messo in risalto tre grandi qualità dell’Italia destinate a venire meno con il nuovo testo costituzionale. In primis sparirebbe il Servizio Sanitario Nazionale, cioè la garanzia per i malati di usufruire dell’assistenza medica nei migliori centri d’Italia; in seconda battuta a risentirne sarebbe la scuola, che spezzettata nei bilanci regionali vedrebbe andare alla deriva le zone più colpite dall’abbandono scolastico. Infine, Vacca ha evidenziato come la devolution non sia affatto l’accoglimento delle velleità indipendentiste sarde: secondo l’avvocato algherese la nuova costituzione porterebbe anzi la Sardegna a un arretramento nei confronti dello stato centrale. L’appuntamento con il “comitato per il No” è fissato per il prossimo fine settimana nelle strade del centro storico, dalle 17 alle 21, e così per tutti i weekend fino al 25 giugno.
nella foto l´intervento di Vacca ieri sera nella sede Ds
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