M.L.P.C.
25 febbraio 2015
Casi movida tra Cagliari e Alghero L´intervista al responsabile Wwf
Cagliari si trova ancora divisa nella questione della movida notturna e del rumore nei quartieri storici. La parola a Carmelo Spada, responsabile Wwf Sardegna che si era occupato dello stesso problema ad Alghero
CAGLIARI – A Cagliari la questione sul rumore generato dalla cosiddetta movida notturna nel centro storico cittadino, soprattutto nei quartieri di Stampace e Marina, ha generato una vera e propria guerra col Comune che, da un lato ha concesso licenze e concessioni a locali e ristoranti nel giusto intento di favorire economia e turismo ma dall’altra non ha pensato alle ripercussioni sugli abitanti. I residenti di Marina hanno a questo proposito presentato ricorso al Tar contro il Sindaco Zedda: quest’ultimo è stato condannato per inquinamento acustico e con la Giunta deve ora impegnarsi a far rispettare il Piano Acustico. Sulla questione Cagliarioggi ha intervistato Carmelo Spada, responsabile Wwf Sardegna, che due anni fa aveva vissuto la stessa situazione ad Alghero.
Lei si è occupato di inquinamento acustico in ambito locale. Può raccontarci cos’è successo?
«Nell’estate 2012 ad Alghero si verificò una situazione pazzesca di decibel illegali: tutti si ritennero autorizzati a far rumore all’aperto nelle pubbliche vie con la musica amplificata nell’illusione di vendere qualche birra in più sino a coprire con i decibel assordanti del Karaoke i concerti pubblici. E soprattutto rendere il riposo notturno impossibile ai residenti ma anche alle stesse forze di controllo. Ricordo l’intervista pubblicata da Alguer.it intitolata “I decibel affondano la Guardia costiera”. In essa il comandante del Porto di Alghero denunciava che la musica ad alto volume sino alle prime ore dell’alba, per l’intera estate, aveva reso impossibile il riposo degli ufficiali che svolgevano turni massacranti nella caserma della Guardia Costiera sul porto di Alghero».
E da allora la situazione è cambiata?
«La giusta pretesa della legalità da parte dei cittadini esposti ai decibel illegali portò alla costituzione del “Comitato 45 decibel” che si organizzò con avvocati, tecnici in acustica ambientale per la campagna “fonometro verde” per il rilevamento del rumore in varie parti della città. La situazione è complessivamente migliorata attraverso denunce circostanziate e documentate alle Autorità; ma non bisogna abbassare la guardia».
E’ notizia di qualche settimana fa che a Cagliari il Tar abbia dato ragione al Comitato Rumore No Grazie del quartiere Marina contro il Comune obbligando il Sindaco ad intervenire sul contenimento delle immissioni acustiche nelle case dei residenti. Pensa che la decisione del Tar possa far cambiare qualcosa sul serio?
«Il Presidente del Comitato Rumore No grazie di Cagliari ha ora una carta importante che saprà giocare nel migliore dei modi. Questa sentenza è importante per tutti perché stabilisce che oltre ai piani di classificazione acustica i comuni devono far rispettare i limiti di immissione di zona».
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