Red
17 settembre 2003
A Villanova le immagini della speranza “beat”
Venerdì 19 settembre si inaugura presso gli spazi di Su Palatu ´e sas Iscolas a Villanova Monteleone, la mostra “Beat Generation” del fotografo Giuseppe Ungari
Con questo lavoro fotografico, a metà strada tra documento storico e suggestione emotiva, Giuseppe Ungari racconta un incontro mitico tenutosi a Cagliari nel 1999. L’occasione era il Festival Internazionale delle arti poetiche Poiesis-Poesia, un appuntamento inedito che ha celebrato i miti della Beat Generation ponendo l’accento sull’incontro tra la poesia e la musica.
“È un’occasione unica e straordinaria, - sottolinea la storica dell’arte Rita Ladogana nella presentazione al catalogo - della quale Giuseppe Ungari ci offre un personalissimo ed entusiasmante racconto. Lo scatto fissa istanti carichi di suggestioni emotive: sono le espressioni più vere, più intense e più caratterizzanti dei protagonisti, colti per lo più nei momenti di maggiore intensità comunicativa. La luce è rivelazione: con i suoi bagliori e il suo adombramento fa risaltare i volti dalla profonda oscurità dello sfondo. Le potenzialità espressive dei contrasti luminosi e formali sono spinte al massimo grado di tensione. Il bianco e nero e la ricerca costante, quasi ossessiva, della relazione tra luce e ombra, costituiscono i termini del linguaggio con cui il fotografo si esprime: è un gioco continuo in cui si esaltano vicendevolmente i pieni e i vuoti che danno vita all’immagine.
“Frammenti pulsanti di vita quelli che l’artista insegue e cattura con il suo obbiettivo. Nelle rughe che segnano il volto di Jack Hirschman, nella tensione delle corde vocali di Janine Pommy Vega, nella vitalità dei sorrisi di John Giorno e, ancora, nell’intensità dello sguardo di Anne Waldman durante la sua performance musicale, rivive lo spirito che ha animato un’intera generazione di giovani “disperati” che, negli anni difficili dell’America del secondo dopoguerra, ha rifiutato e disprezzato i sistemi morali precostituiti senza smettere mai di credere nella vita e nel sogno di poter risolvere le contraddizioni del mondo con una rigorosa non violenza. “Tutti quelli che avevano avuto speranze finirono beat”, dice Allen Ginsberg, e la speranza è ancora nella forza dei gesti che accompagnano le parole, dando ad esse maggior vigore. Ogni parola si trasforma in un immagine: Giuseppe Ungari dà vita a un susseguirsi di parole recitate dal cuore ancora pulsante dei protagonisti della Beat, che negli anni non hanno perso la loro carica innovativa e rivoluzionaria”.
Negli spazi espostivi sono visibili 16 immagini stampate in un fine bianconero. Per l´occasione è stato prodotto un piccolo catalogo co-edito dalla Soter editrice e dalla Composita mentre il testo critico di accompagnamento è stato curato dalla storica dell’arte Rita Ladogana. Il progetto per la veste grafica è stato realizzato dal grafico Francesco Sogos.
L’inaugurazione è prevista per le ore 18,30. La mostra potrà essere visitata tutti i giorni dalle ore 16.30 alle ore 20.30, e rimarrà aperta sino al 5 ottobre. L’ingresso è gratuito.
Giuseppe Ungari è nato a Cagliari dove vive e lavora. È autore di numerosi reportages che sviluppano tematiche antropologiche e culturali.
Per informazioni: Calarinas psc tel e fax 079 960400 e-mail:calarinas@tiscali.it
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