S.A.
4 febbraio 2015
Crollano imprese sarde artigiane: a Oristano -79
La provincia di Oristano è quella che incide meno nel saldo negativo di 1.088 imprese. Le dichiarazioni del neo presidente Maria Carmela Folchetti
ORISTANO - «Tornare a poco oltre 37 mila imprese artigiane è come fare un balzo indietro di 14 anni. Dall’inizio della crisi sono state perse 5.305 imprese: la loro chiusura, considerando anche la forza lavoro, ha lo stesso impatto della dismissione di 5 Alcoa e 12 Meridiana». E’ amarissimo il commento della presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Carmela Folchetti, sui dati della nati-mortalità delle imprese sarde del 2014, appena certificati da UnionCamere Movimprese. Sono infatti sono 37.713 le imprese artigiane in Sardegna al 31 dicembre dello scorso anno, una decrescita che, in pratica, riporta il comparto al 2001, quando si registrarono 37.720 aziende. Infatti nell’ultimo anno il saldo negativo è di meno 1.088 imprese che corrisponde a 1.584 iscrizioni contro 2.672 cancellazioni. Situazione pesantissima anche nelle province: Cagliari ne perde 433, segue Sassari con 366, Nuoro con 210 e Oristano con 79.
«E’ una situazione devastata e devastante – riprende la Presidente Folchetti – che certifica, se mai ce ne fosse ancora bisogno, come pubblica amministrazione e politica, nell’ultimo decennio, non abbiano avuto i ritmi delle imprese. Questi dati, anche se in leggera frenata rispetto al terribile 2013, rappresentano il fallimento di un “sistema Sardegna” che negli anni è peggiorato e non ha dato scampo a migliaia di attività produttive e a decine di migliaia di persone che vi lavorano». «Ricordiamo che l’artigianato in Sardegna rappresenta circa il 25% di tutte le attività produttive ed è stanco di essere considerato, ancora una volta, semplicemente un “numero”, per una Pubblica Amministrazione assente, per una burocrazia devastante, per una tassazione tentacolare per una politica, che fino a oggi, non ha dato risposte».
«Se questo è il segnale che arriva dal 2014 – riprende Folchetti - per il 2015, pur essendo artigiani e quindi avendo sempre un pensiero positivo, non ci aspettiamo grandi stravolgimenti. Anche perché non c’è impresa che non abbia visto intaccata la propria solidità: questo non da ora ma dai decenni passati. Alcuni indicatori parlano di una “ripresina”, ovvero di crescite di poco superiori allo 0%, ma questo, ovviamente, non potrà bastare a vedere un ennesimo segno “meno” nelle statistiche future». «La politica, nazionale e regionale – continua la Presidente – dovrà avere il duro compito di ricreare un contesto favorevole alle attività produttive, senza il quale l’inversione di tendenza sarà ardua».
Confartigianato Imprese Sardegna ribadisce «come la ripresa potrà esserci solo con l’approvazione definitiva del nuovo Piano Casa, attraverso il rilancio dell’attività edilizia, anche con l’apertura dei cantieri e con la riqualificazione degli edifici esistenti, con la velocizzazione dei pagamenti della Pubblica Amministrazione e l’allentamento della stretta creditizia bancaria, che dovrà avvenire tramite il rifinanziamento dei Confidi. Inoltre sarà fondamentale tagliare nettamente la burocrazia e avviare la continuità territoriale merci». «Solo attraverso la realizzazione di queste proposte – conclude Maria Carmela Folchetti - si potrà avere una rapida e concreta ripresa di tutti i settori produttivi della Sardegna».
Nella foto: Maria Carmela Folchetti, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna
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