Dalla segreteria politica algherese dei Riformatori Sardi plauso al sindaco Bruno per la risoluzione del problema rom ed il conseguente invito ad occuparsi delle emergenze abitative di chi ancora non ha un tetto sulla testa
ALGHERO - Chiude il ghetto rom alle porte di Fertilia e sempre più strati della popolazione, consapevole delle indecenti condizioni di vita in cui erano costretti a vivere decine di minori da svariati anni e dei livelli d'inquinamento concentrati sull'area dell'Arenosu, accoglie con favore lo sgombero pacifico portato a termine nella giornata di giovedì grazie alla determinazione dell'amministrazione ed alla fattiva collaborazione di alcune associazioni del territorio. [
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CONFERENZA STAMPA]. In questa direzione i Riformatori Sardi esprimono pubblicamente «un plauso al sindaco Mario Bruno che, con lo sgombero del campo dell’Arenosu, mette la parola fine ad una delle pagine più vergognose della nostra comunità in cui ci sono pochi esenti da colpe specifiche e moltissime responsabilità; rom, politica e popolazione compresi, ovviamente a livelli diversi».
«Una situazione che non si sarebbe mai dovuta creare e incentivare - sottolineano i Riformatori algheresi - di cui sono certamente colpevoli quei politici giustificazionisti ad ogni costo che negli anni hanno sempre e comunque sostenuto il comportamento ed il “modus vivendi” della comunità rom algherese, la quale ha innegabilmente approfittato delle circostanze, con la connivenza unita al lassismo delle amministrazioni che negli anni si sono succedute alla guida della città, sia di centro-destra che di centro-sinistra». «Quanto successo serva dunque di lezione per tutti e si prosegua ora, per una giustizia sociale a 360 gradi, a risolvere le emergenze di quegli algheresi che, per le loro precarissime condizioni economiche, sociali o per perdita del lavoro, ancora sono senza casa, placando in questo modo, polemiche e guerre tra poveri, di quanti ritengono, anche giustamente, di non aver beneficiato della medesima attenzione da parte dell'amministrazione».
«Solo mettendo in piedi meccanismi virtuosi di una politica della prima casa efficace, veloce ed in grado di entrare nelle situazioni familiari e personali dei cittadini - precisano Nicola Salvio e compagni - che non hanno un tetto sulla testa, si potranno scongiurare e disinnescare pericolose situazioni di disagio e di allarme sociale. Quanto al problema dei rom - conclude la nota - appare del tutto ovvio che la politica non potrà più chiudere gli occhi o voltarsi dall'altra parte, ma dovrà porre in essere tutte le azioni necessarie per evitare nuovi arrivi fuori controllo e successivi insediamenti, al fine di evitare il ripetersi di quello che è già accaduto e che tutti abbiamo visto e di cui abbiamo tutti, chi più chi meno, la nostra parte di colpa».
Foto d'archivio