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A.B. 31 gennaio 2015
Cinghiali, danni all´agricoltura: Maristella lancia l´allarme
Tonina Desogos, presidente del Comitato di Borgata Maristella, ha inviato una lettera aperta agli assessori regionali all´Agricoltura ed all´Ambiente, al sindaco di Alghero, agli assessori all´Ambiente ed alle Borgate del Comune di Alghero, al presidente ed al direttore del Parco di Porto Conte
Cinghiali, danni all´agricoltura: Maristella lancia l´allarme

ALGHERO – La borgata di Maristella lancia nuovamente l'allarme-cinghiali e chiede «soluzioni immediate al fine di salvaguardare le produzioni agricole del territorio di Maristella e dell’intera piana della Nurra di Alghero». Questo l'incipit della lettera aperta firmata dal presidente del Comitato di Borgata Maristella Tonina Desogos ed inviata agli assessori regionali all'Agricoltura ed all'Ambiente, al sindaco di Alghero, agli assessori all'Ambiente ed alle Borgate del Comune di Alghero, al presidente ed al direttore del Parco di Porto Conte.

Un Comitato che ha in più occasioni segnalato «i tanti danni arrecati dai cinghiali e ultimamente anche da daini e cornacchie, a case e giardini dell’abitato di Maristella, evidenziandone anche i problemi igienico sanitari derivanti da corti coloniche e giardini ridotti a porcilaie, danni alle colture agricole, danni alle strutture turistiche, danni alla incolumità pubblica (incidenti stradali con danni a mezzi e persone) e danni allo stesso ecosistema (sottobosco devastato dall'attività di scavo alla ricerca di tuberi, radici, ecc, e scomparsa specie pre esistenti quali pernici, tortore, quaglie, lumache ecc)». Un Comitato di Borgata che ricorda di aver dialogato e collaborato in diverse occasioni con le Istituzioni, confrontandosi e spesso scontrandosi «con il management del Parco di Porto Conte che, per venire incontro alle continue richieste di aiuto da parte degli operatori agricoli e degli abitanti di Maristella, che è bene ricordarlo è l’unica borgata interamente circondata dal territorio del Parco di Porto Conte, ha posto in essere un piano triennale di contenimento degli ungulati i cui risultati, purtroppo, non sono stati sufficienti a risolvere il problema».

«Appare evidente come e quanto, le varie azioni intraprese, come ad esempio gli abbattimenti da appostamenti fissi, siano risultate insufficienti non portando ai risultati sperati per vari motivi: vuoi perché i cinghiali sono animali ad abitudini prevalentemente "crepuscolari" e “notturne” - spiega Desogos - vuoi perché vi è la sospensione dell'attività di abbattimento nel periodo estivo, vuoi perché la particolare facilità di riproduzione dei cinghiali (picco massimo aprile-maggio ed agosto-settembre con le scrofe che possono dare alla luce anche dieci piccoli), insomma tutte queste circostanze hanno reso praticamente vana la suddetta pratica di abbattimento». In vista della primavera, ci si prepara ala nuova semina (per alcune colture già attuata), ma alcuni contadini «ancora lasciano i terreni incolti perchè si sono arresi con grave danno a loro stessi e all’intera economia della zona. Appare evidente che gli agricoltori abbiano la legittima aspettativa di vedere il risultato e il frutto del loro duro lavoro. In questa situazione possiamo dire, usando un eufemismo, che l’incertezza e lo sconforto regnano sovrani anche se parallelamente abbiamo la certezza che per l’ennesima volta assisteremo allo stesso scenario che si ripete ormai da troppi anni».

I rimedi tentati nel tempo non hanno dato i risultati sperati «ed il comune pensare delle comunità confinanti con il Parco di Porto Conte è che il Parco stesso rappresenti un danno enorme per gli operatori agricoli e non una opportunità di sviluppo come di fatto dovrebbe essere questo anche perché, sebbene svariate volte siano state avanzate richieste da questo comitato, da altri comitati e da associazioni di categoria non sono stati operati quelli adeguamenti normativi, forse impopolari per il politically correct, atti ad introdurre forme di caccia o cattura diversificate quali ad esempio quelle col sistema della cerca, della braccata, della girata (ove la vegetazione è particolarmente densa), e del trappolaggio ad opera degli agricoltori, da attuarsi, sia nell'area del Parco che nelle aree contigue ad esso. Tutte forme da attuare in via del tutto straordinaria per la salvaguardia e la tutela delle produzioni agricole». Prendendo spunto da alcune azioni poste in essere dai responsabili del Parco dell'Asinara, i rappresentanti di Maristella si chiedono «perché non attuare l’eradicazione tendente allo zero degli ungulati del Parco di Porto Conte e di tutte le aree protette site nella Nurra di Alghero? Forse la tutela dell’ecosistema delle nostre zone , sommata alla tutela delle produzioni agricole, sommata alla tutela degli agricoltori e delle persone che si trovano a passare nelle nostre strade non è quantomeno paragonabile alla tutela operata all’Asinara e non merita la stessa attenzione?».



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