30 gennaio 2015
Un due tre... cancellata una vergogna di Alghero
La determinazione politica della nuova amministrazione comunale chiude una brutta pagina della storia ambientale e sociale di Alghero. Sarà adesso importante proseguire realmente nel difficile progetto d'inclusione e integrazione in città
A parole ci hanno provato in tanti, ma per un motivo o per l'altro hanno tutti fallito. E così il terreno pinetato alle porte della città di fondazione giuliana, in una zona già di per se sensibile del territorio di Alghero, in area Parco, è potuto diventare quello che tutti gli algheresi e sardi conoscono, una discarica a cielo aperto, una vera bomba ecologica con cui fino a qualche ora fa i bambini perfino giocavano. Figurarsi che ancora non si sa bene quanti centimetri di terreno dovranno essere asportati e conferiti in discariche speciali perché contaminati. Un disastro costruito negli anni, pezzo dopo pezzo, e reso possibile dal silenzio assordante di chi il territorio aveva il compito e il dovere di governarlo e proteggerlo. Così non è stato. Si è preferito chiudere gli occhi, far calpestare quel suolo a più generazioni di algheresi, perché di questo ormai si tratta, e pensare ad altro, cancellando il problema che diventava disastro. Probabilmente c'è perfino chi in quel luogo si è ammalato ma tant'è, erano, sono e saranno zingari. E aggiungiamoci anche qualche frase gettonata pensata da menti politiche eccelse: «lo hanno voluto loro». Inutile recriminare, impossibile ipotizzare come la comunità rom, a tutti gli effetti costituita da cittadini algheresi, sarebbe stata integrata oggi se solo ci fosse stata la volontà di affrontare il problema qualche decennio fa. O magari solo qualche anno addietro. E' negli occhi dei tanti bambini presenti anche nelle ultime ore nel campo che si legge il desiderio e la volontà di provare ad avere una vita normale. Perché proprio loro, i più piccoli, colpe non hanno. E allora dopo decine e decine di denunce e articoli stampa firmati Alguer.it nei quali si sottolineavano responsabilità, spronavano amministratori e denunciavano colpe e mancanze degli stessi inquilini, non si può non accogliere con estremo piacere quanto accaduto nella giornata di giovedì. Una giornata storica ha sottolineato ancora il Quotidiano di Alghero (ma non è l'unico) senza timore di essere smentito, in uno dei numerosi articoli che hanno raccontato, passo dopo passo, le tappe di uno sgombero pacifico, accolto come una liberazione dai più giovani, con nostalgia e tristezza dagli anziani. Pur sapendo che proprio la chiusura del campo, sudicio e infangato come non mai, apre le porte di una nuova vita.
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