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M. P. 28 gennaio 2015
Porto Torres: caso Domo Mea, lettera dei familiari
In seguito all’articolo pubblicato ieri sulla pagina di Portotorres24.it, in cui si comunicava la notizia della chiusura della casa di riposo "Domo Mea", intervengono i familiari degli ospiti
Porto Torres: caso <i>Domo Mea</i>, lettera dei familiari

PORTO TORRES - In seguito all’articolo pubblicato ieri sulla pagina di Portotorres24.it, in cui si comunicava la notizia del sequestro, sgombero e chiusura, della casa di riposo "Domo Mea" a Porto Torres, da parte della Procura di Sassari, alcuni familiari dei pazienti ospiti della struttura di via Emilio Lussu hanno chiesto di esprimere la loro opinione in merito. Di seguito la lettera integrale inviata al giornale dai familiari degli ospiti della casa di riposo.

Siamo un gruppo di familiari degli ospiti della casa di riposo “Domo Mea”. A seguito dell'articolo pubblicato ieri, 27 gennaio 2015, sul sito internet www.notizie.Portotorres24.it relativo alla residenza per gli anziani sopracitata, sentiamo il bisogno di esprimere la nostra opinione in merito. Ciò che ci spinge ad intervenire, innanzitutto, è l'affetto che ci lega ai nostri cari, in secondo la nostra coscienza, che non può accettare che ai gestori e al personale della struttura venga fatto un processo indebito, dopo tutta l'umanità e la professionalità che hanno dimostrato accudendo i nostri cari. Inoltre, ci sentiamo personalmente chiamati in causa, dato che nell'articolo siamo stati dipinti come parenti anonimi e all'oscuro sulla vicenda, cosa non vera, in quanto tutti noi conosciamo la diatriba che ha travolto la casa di riposo “Domo Mea” ed in cui anche noi, siamo stati da tempo trascinati insieme ai nostri cari.

Ciò che ci preme di più in questa lettera è ribadire la nostra soddisfazione sulla struttura e sottolineare che le nostre considerazioni e opinioni in merito, non sono maturate in seguito ad un “sentito dire”, ma sono frutto della quotidiana esperienza che viviamo con e attraverso i nostri cari presso la struttura. Infatti, giornalmente, tutti noi trascorriamo del tempo presso la casa di riposo e abbiamo potuto constatare, personalmente, oltre alla serietà, quanta umanità c'è nelle attenzioni che il personale riserva indistintamente a tutti gli anziani. Inoltre, uno degli aspetti che apprezziamo di più e che è stato determinante nella scelta della struttura, è la flessibilità negli orari di visita: a qualunque ora del giorno ci è consentito entrare in struttura per sincerarci delle condizioni dei nostri cari, cosa non ovvia, visto che nella stragrande maggioranza delle case di riposo, si sa, devono essere rispettati degli orari di visita standard. Abbiamo da tempo deciso di partecipare al colloquio con i Servizi Sociali del Comune di Porto Torres, ma soltanto per ribadire il fatto che i nostri familiari non vogliono abbandonare la struttura e pertanto, deve essere trovata una soluzione che rispetti il loro volere.

Non sono dei “pacchi postali”, ma delle persone con dei sentimenti; molti di loro all'interno della struttura hanno raggiunto un equilibrio psico-fisico e riteniamo che ciò sia dovuto anche all'affetto e alla complicità che si è venuta a creare fra gli ospiti, oltre che al calore ed alla comprensione che tutto il personale ogni giorno dimostra loro, come una seconda famiglia. Solo su una cosa ci riteniamo in accordo con l'articolo pubblicato ieri: questa è una storia triste dove a pagare le conseguenze di questo eventuale forzoso spostamento è la fascia più debole, i nostri anziani, ed è per questo che noi parenti siamo pronti ad opporci all'unanimità alla chiusura della casa di riposo con tutti i mezzi a nostra disposizione in ragione della stima che i gestori e tutto il personale è riuscito a meritarsi da tutti noi familiari nel tempo, ma soprattutto, in ragione dell'Amore che ci lega ai nostri cari.


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