Il 29 gennaio la data decisa per la chiusura del campo nomadi alle porte di Fertilia. S´intravede un primo importante risultato che consentirà di far partire le bonifiche dell´area fortemente inquinata. Nel frattempo prende forma il progetto d´inclusione sociale voluto dall´amministrazione dopo decenni di trascuratezza
ALGHERO - Ad Alghero va in scena il "bis" sui nomadi [
CONSIGLIO COMUNALE]. Giovedì, infatti, una mera e semplice sostituzione della località in cui realizzare una piazzola sosta nomadi provvisoria (inizialmente la località prescelta per un campo-sosta di più grandi dimensioni era Mamuntanas), inserita nel più ampio e articolato progetto-emergenziale d'inclusione sociale delle 11 famiglie, si è trasformata in una nuova occasione di scontro tra consiglieri, molto spesso demagogico, strumentale e poco costruttivo. Nelle parole del sindaco, che ricostruisce tutta la vicenda dal principio [
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GUARDA] il senso di un intervento voluto, difficile, e probabilmente non più rimandabile.
I fatti parlano chiaro. Dopo decenni di colpevole lassismo, abbandono e drammatica sottovalutazione del problema da parte di numerose amministrazioni comunali, alle porte di Fertilia, in località Arenosu, si è venuta a creare - con gravi responsabilità degli stessi rom - una vera e propria bomba ecologica. I certificati con le analisi di contaminazione dei terreni parlano chiaro, con tutti i valori delle sostanze più inquinanti e pericolose per la salute pubblica schizzati su soglie inaccettabili. Dati e pericolosità ben nota da tempo, ma nonostante i reiterati provvedimenti di sequestro dell'area e le ordinanze di sgombero, nessun amministratore ha mai seriamente pensato di risolvere quello che prima ancora di diventare un problema sociale e ambientale, è di salute pubblica.
Oggi si corre verso la chiusura dell'Arenosu. Alcune famiglie hanno già potuto lasciare il campo contaminato e con i fondi messi a disposizione dalla Regione e l'intervento dei Servizi sociali del comune e di alcune associazioni di volontariato, tra cui il Centro d'Ascolto, l'Asce Rom e l'Opera Nomadi, hanno potuto trovare integrazione in alcuni appartamenti dislocati nei quartieri cittadini. Altre ancora lo faranno a breve, mentre alcune di loro hanno preferito lasciare la città. Il 29 gennaio, infatti, è la data decisa dal primo cittadino col benestare del Prefetto e del Consiglio per la chiusura dell'Arenosu. Così, con i fatti, l'aula di via Columbano "frantuma" la demagogia: si tratta solo dell'avvio di un progetto d'inclusione che dovrà essere seguito e strutturato (si ricorrerà ad un nuovo bando d'imminente pubblicazione indirizzato proprio alle comunità rom), ma la chiusura del campo non può che essere salutata con piacere dall'intera città.
Per il resto, tutti i dettagli sono stati resi noti nell'assemblea civica. Considerata l'impossibilità di procedere alla sistemazione di tutte le famiglie entro il termine prefissato, sarà realizzata una piazzola per la sosta di camper e roulotte che accoglierà provvisoriamente, e comunque non oltre il mese di aprile, la famiglia più numerosa in località "Paula tolta", zona aeroporto. Per la realizzazione della quale il Comune non spenderà un centesimo grazie al provvidenziale accordo col Consorzio Industriale Provinciale. Una zona, quella votata nell'ultima adunanza consiliare, che considerata la vicinanza con lo scalo aeroportuale sarà adeguatamente sorvegliata dagli organi preposti.
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Nella foto: il consigliere Pietro Sartore in via Columbano