È a rischio il destino del Castello dei Doria e del Museo dell’Intreccio, sbarrati ormai da quindici giorni, così come il posto di lavoro di numerosi castellanesi. Lunedì scorso al raduno di protesta hanno partecipato ventidue società sarde, operanti nel settore beni culturali
CASTELSARDO – Si è tenuta ieri (giovedì) davanti alla porta del Castello di Castelsardo, un’assemblea regionale di tutte le cooperative aderenti al Comitato “Nessuno a Casa”, nato come forma di protesta nei confronti della chiusura del castello/museo, maggiore fonte di impiego della città [
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LEGGI]. Il presidente de “Il Cigno”, la cooperativa che da 24 anni gestiva il Sito, Leonardo Pattarino, ha ricostruito per l’occasione l'iter che, dai primi passi verso il bando di gara, avviati dal commissario governativo nei primi mesi del 2014, ha portato all’espletamento dell’appalto nel mese scorso e all’apertura delle offerte senza individuare però alcuna vincitore, fino alla consolidata la perdita del lavoro da parte di numerosi addetti.
Tutto ciò è accaduto nonostante una nota della Regione invitasse il Comune di Castelsardo a tenere aperto il servizio, con gli stessi operatori e a garantire il finanziamento per tutto il 2015 [
LEGGI]. «Una situazione di rischio questa – commenta il Comitato - in cui purtroppo vertono tutte le cooperative che operano nei beni culturali dell’isola, spesso ostaggio degli umori o degli interessi dei politici di turno». Ragion per cui ieri a Castelsardo erano presenti, in segno di solidarietà alla cooperativa “Il Cigno”, i rappresentati delle società sarde : “Archeotour” (S. Cristina), “Il lichene rosso” (Sa corona arrubia) “Su Corongiu” (Ortacesus), “Sa Rundine” (Perfugas), “Istelai” (Bitti), “Progetto Cultura” (Tonara), “Sa Jara Manna” (Gesturi –Tuili - Setzu), “Il libro” (Sassari), “Su Nuraghe” (Teti), “Villa abbas” (Sardara), “Il Coccio” (Villanovafranca), “La pintadera” (Torralba), “S’enemigu” (Seui), “Forum Traiani” (Fordongianus), “Valle del Flumendosa” (Villanova Tulo), “Ghivine” (Dorgali), “Penisola del Sinis” (Tharros/Cabras), “Sart uno” (Flumini Maggiore), “L’ibis” (Porto Torres), “Paleotour” (Abbasanta), “La nuova luna” (Lanusei), “Enoturistica” (Berchidda) e “l’Arco” (Su Tempiesu / Orune).
Ventidue in totale tra gestori di siti archeologici, musei e biblioteche, che hanno scelto di appoggiare la causa dei lavoratori castellanesi che nei giorni scorsi, riuniti in Comitato, hanno anche voluto incontrare l’assessore regionale Claudia Firino, la quale a sua volta ha garantito il suo interessamento per la tutela dei servizi e dei posti di lavoro ormai consolidati. «Stanchezza non ci deve cogliere» ha esortato a tal proposito Alberto Pusceddu, leader del Comitato dei lavoratori nato nel 2007 e che segue con particolare attenzione le dinamiche che coinvolgono i lavoratori del comparto Beni culturali e ambientali provenienti dai progetti dalla L.R. 28/84, prorogati sino al 31 dicembre 2015. «Noi continueremo a i vigilare affinché, come ci è stato promesso, vengano individuate e attuate quelle necessarie misure per la messa in sicurezza dei circa 800 posti di lavoro» ha continuato poi dicendo. «La triste situazione di Castelsardo – è stato poi l’appello finale - deve essere lo stimolo per vigilare maggiormente, ciascuno nel proprio sito, e fare tutte le pressioni possibili sugli organi politici per una sollecita risoluzione della vicenda. Lavoriamo perché a Castelsardo riapra il servizio, gli addetti tornino ad operare e quello che è successo qui non succeda anche altrove».
Nella foto: i partecipanti all'incontro