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S.I. 9 dicembre 2014
Ambientalisti nel cagliaritano, salvato cinghiale
Una quindicina di volontari della Lega per l’Abolizione della Caccia – Lac ha condotto la diciottesima campagna anti-bracconaggio nel Cagliaritano
Ambientalisti nel cagliaritano, salvato cinghiale

CAGLIARI - Una quindicina di volontari della Lega per l’Abolizione della Caccia – Lac ha condotto la diciottesima campagna anti-bracconaggio nel Cagliaritano che ha portato, nonostante giorni di tempo incerto, alla neutralizzazione di oltre 1.700 trappole per avifauna (latziteddus, esattamente 305 lacci in nylon e crine posizionati sugli alberi, oltre un migliaio di “armature metalliche” predisposte per il posizionamento dei lacci da albero, e 387 lacci a scatto posizionati a terra), 1 rete per l’uccellagione e ben 81 trappole per ungulati (sos cropos, cavi d’acciaio per la cattura di cervi e cinghiali).

Dalle trappole per gli ungulati è stata liberata e reintrodotta in natura una femmina di Cinghiale (Sus scrofa meridionalis) nei pressi della riserva naturale Wwf di Monte Arcosu, mentre sono stati rinvenuti due esemplari di Cinghiale deceduti. La campagna, svoltasi in costante contatto con il Corpo forestale e di vigilanza ambientale e con il contributo del Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, ha visto, come di consueto, la partecipazione di tenaci volontari locali e giunti da varie parti d’Italia con l’obiettivo di bonificare quanti più boschi e zone di macchia mediterranea dalle micidiali trappole posizionate dai bracconieri, per aiutare la costante attività nel settore del Corpo forestale e di vigilanza ambientale e delle altre Forze di polizia.

Numerose le aree battute, decine di sentieri, nei boschi e nelle macchie mediterranee di Capoterra, Uta, Assemini, Santadi, Sarroch, in particolare nelle zone di Gutturu Mannu, Monti Mannu, S’Arcu de su Schisorgiu, Poggio dei Pini, Rio S. Girolamo, Santa Barbara, Monte Arcosu. Tutti i mezzi vietati per l’attività venatoria e gli esemplari di fauna morta recuperati dai volontari della L.A.C. sono stati consegnati al Corpo forestale e di vigilanza ambientale presso il comando Stazione di Capoterra quali corpi di reato. In alcune occasioni sono stati trovati sul posto bracconieri, fra i quali – lungo la strada provinciale n. 1 “Capoterra – Santadi” – R.P., bracconiere già destinatario della misura di prevenzione “foglio di via” e più volte segnalato all’Autorità giudiziaria per ipotesi di reato ambientali. Della relativa presenza è stato prontamente avvertito per le attività di competenza il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale.

Negli stessi giorni sono state svolte “visite” presso i mercati cagliaritani di San Benedetto e di Via Quirra, per verificare la presenza di vendita abusiva di avifauna proveniente da attività illecite, fortunatamente senza alcun esito. Il bracconaggio è un’attività illegale e distruttiva del patrimonio ambientale (si stimano un centinaio di bracconieri “fissi” + circa duecento “occasionali” nella sola Capoterra). Il giro di affari è di sensibili dimensioni: basti pensare che una sola griva (spiedo di 8 tordi, de pillonis de tàccula) costa al mercato illegale un centinaio di euro al dettaglio. Tuttavia fra i principali “fruitori” finali del bracconaggio sembrano proprio essere alcuni noti ristoranti del Cagliaritano nei confronti dei quali appaiono necessarie ispezioni senza preavviso da parte delle Forze dell’ordine. Da non tralasciare il controllo, nel periodo delle festività natalizie, dei mercati pubblici.



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