La nota è firmata da Forza Italia, dal Pd, dal Nuono Centro Destra e segue la decisione di abbandonare la seduta del Consiglio comunale dopo il rinvio della discussione sulla mozione dei rom
ALGHERO - «Alla luce della ormai consueta prova muscolare della maggioranza che disattendendo e calpestando l’accordo preso tra i capigruppo consiliari di discutere nella seduta odierna (4.12) un argomento di grande attualità ed importanza quale quello della “questione Rom”, del loro preannunciato sgombero e successiva sistemazione, anche in considerazione dell’imminente incontro tra il Sindaco ed il Prefetto calendarizzato per il 10 dicembre prossimo, nonché delle svariate e “compulsive” incursioni del Sindaco stesso a vari livelli istituzionali ed in Città, trascurando scientemente proprio il Consiglio comunale, luogo preminentemente preposto per la decisone di argomenti di tale importanza, i rappresentanti dell’opposizione hanno deciso, in segno di protesta, di abbandonare i lavori del Consiglio comunale ormai svilito in tutte le sue prerogative e diventato un teatrino con un unico protagonista e tante comparse da cinema muto».
La nota è firmata da Michele Pais per Forza Italia, Mimmo Pirisi per il Pd, Emiliano Piras per Ncd e segue la decisione presa dai partiti di opposizione quasi al completo (i 5 Stelle sono rientrati in Aula) di abbandonare la seduta di ieri (giovedì) del Consiglio comunale dopo il rinvio della discussione sulla mozione dei rom [
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«Preme sottolineare - concludono Pais e colleghi - che nonostante le reiterate richieste di poter trattare tale argomento, il Presidente del Consiglio, contravvenendo ai precisi impegni assunti dal capogruppo della lista “Per Alghero con Mario Bruno Sindaco, Giuseppe Fadda, che in tal modo ha ricevuto nei fatti una plateale e ingenerosa sfiducia e al quale tributiamo la nostra solidarietà, assecondando fedelmente gli ordini del Sindaco tesi a sottrarsi alla discussione dell’argomento, ha di fatto offeso la conferenza dei capigruppo perpetrando l’ennesimo atto di scorrettezza istituzionale».