Mariangela Pala
29 novembre 2014
Porto Torres:«Una normativa adeguata sulle vittime amianto»
L’amianto rappresenta un grave pericolo per la salute. I dati “critici” sono stati illustrati nel Tavolo di confronto che si è tenuto ieri a Porto Torres, organizzato dall´Afeva, associazione vittime amianto
PORTO TORRES - L’amianto rappresenta un grave pericolo per la salute come l’esperienza tragica di alcuni territori del nostro Paese ha purtroppo dimostrato. I dati “critici” sono stati illustrati durante il Tavolo di confronto che si è tenuto ieri, presso la sala Filipo Canu a Porto Torres. «I morti e i malati che si contano oggi sono il frutto amaro di esposizioni ad amianto del passato, e che quelli che conteremo domani saranno l’amaro risultato di ciò che non saremo in grado di fare oggi», ha spiegato il Presidente dell’ AFeVA , l’Associazione familiari e vittime amianto Sardegna onlus, Salvatore Garau, che ha descritto il quadro della situazione in Sardegna e le principali attività economiche con rischio di esposizione, evidenziando una correlazione con il livello di industrializzazione dell’isola, in particolare con il comparto del petrolchimico, che ha contribuito alla diffusione di una patologia grave, i mesoteliomi, nel centro-nord Sardegna.
Risulta fondamentale, quindi, creare una rete tra i centri per la prevenzione e il controllo delle malattie, a livello nazionale per una messa in rete a livello europeo secondo il mandato di coordinamento della lotta alle malattie asbesto correlate e in particolare al mesotelioma pleurico maligno che venne chiesto e ottenuto dall’Italia nel 2012. Tutto ciò restituisce qualche speranza in più per riuscire ad essere efficaci nella lotta a questo tipo di patologie da amianto. L’esigenza è quella di estendere l’applicazione delle leggi sia ai lavoratori sia ai civili. Al convegno sono intervenuti, il responsabile Cgil Piano nazionale amianto, Claudio Iannilli, , il sindacalista Cisl nazionale, Giuseppe D’Ercole, il sindacalista Uil nazionale, Marco Lupi e il coordinatore medico legale Inca nazionale, Marco Bottazzi, che hanno sottolineato l’esigenza di creare una cabina di regia per coordinare la ricerca, la presa in carico dei pazienti e la conoscenza di tutti quei fattori che determinano l’insorgere delle patologie.
Un’attenzione particolare va riservata alla lotta alla commercializzazione delle fibre di asbesto a livello internazionale, avendo ormai la scienza definitivamente superato ogni distinzione tra amianto ‘buono’ e ‘cattivo’. Nel 1993, il legislatore italiano, al fine di coprire il buco nero di omissioni, durato oltre quaranta anni, aveva riconosciuto a tutti i lavoratori pubblici e privati esposti e malati a causa dell'amianto, il diritto a un indennizzo pensionistico, attraverso una maggiorazione di contributi previdenziali. Nel corso degli anni, l'impianto normativo originario, pensato per indennizzare tutti i lavoratori inconsapevolmente esposti all'amianto respirato e ingerito nei luoghi di lavoro, è stato costantemente svuotato dei contenuti e reso formalmente inapplicabile. Molti lavoratori sono stati volutamente esclusi, altri falsamente inclusi, altri ancora, sebbene riconosciuti, esposti e malati, a causa della “Riforma Fornero”, ulteriormente penalizzati.
Anche sulle Competenze Regionali e Provinciali il quadro è desolante per l’incapacità di applicare pienamente la Legge Regionale n. 22 del 16 dicembre 2005. All’incontro era presente anche l’assessore all’ambiente, Gavino Gaspa, che ha lamentato la totale impotenza d’intervento, dell’amministrazione comunale sulle proprietà private, in quanto le uniche risorse che si riesce a reperire, destinate alla rimozione dell’amianto, sono quelle che la Regione devolve alle Province. «Manca una politica forte della Regione e del Governo nazionale che costringa Eni a bonificare le aree industriali», ha precisato Gaspa, che ha lanciato una provocazione relativa alle aree Sin: «Fuori dal perimetro dell’ex petrolchimico ci sono dei veri cimiteri industriali stracarichi di amianto. Le proprietà di queste aree sono difficilmente rintracciabili, ma quei siti versano in uno stato di abbandono che creano seri pregiudizi in campo ambientale e sanitario».
Al tavolo di confronto anche il senatore del Partito democratico, Silvio Lai: «Mi faccio carico personalmente di rendere note le vostre esigenze alla Regione». Il tema amianto appare quasi un argomento archiviato dalle istituzioni, ma la politica deve reagire, perché è stato disatteso il diritto alla salute e alla legalità. «Non bisogna solo allargare il campo di applicazione delle leggi dai lavoratori ai cittadini ma anche allargare i settori produttivi di esposizione dei lavoratori per evitare sentenze vergognose». Il senatore Lai ha inoltre sottolineato come sia scandaloso che il 60% del materiale bonificato esca dalla Sardegna invece di essere lavorato nell’isola. Ha poi spiegato la normativa prevista dal Ddl Felice Casson, senatore Pd autore di una proposta di legge sull’amianto che da anni giace in Parlamento, e che prevede che la decorrenza della prescrizione cessi con il rinvio a giudizio o, in alternativa, con la sentenza di primo grado: una legge che non porta all’estinzione del reato e che avrebbe evitato l’annullamento della condanna Eternit. Il Ddl interviene anche in favore dei lavoratori e della popolazione che è stata esposta alle fibre, con una tutela sanitaria preventiva. In più prevede il censimento e la bonifica dei siti inquinati.
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