Sergio Ortu
7 aprile 2006
Beni demaniali di Fertilia, interrogazione di Mario Bruno
Il consigliere regionale di Progetto Sardegna Mario Bruno ha presentato un´interrogazione al presidente della Regione e all´assessore degli Enti locali, Urbanistica, Demanio e Patrimonio sul mancato passaggio alla Regione dei beni demaniali nella Borgata di Fertilia
ALGHERO - I beni demaniali di Fertilia e la situazione oggettiva di degrado e incuria che attraversano da oltre un trentennio, sono stati oggetto di una interrogazione presentata dal consigliere regionale di Progetto Sardegna Mario Bruno al Presidente della Regione Renato Soru e all’assessore agli Enti Locali, urbanistica, Demanio e Patrimonio. Nell’interrogazione il rappresentante algherese in Consiglio Regionale chiede “quali iniziative essi ritengano di compiere affinché la Regione Autonoma della Sardegna possa entrare in possesso dei beni demaniali di particolare valenza sociale e culturale siti nella borgata di Fertilia, in applicazione dell’Art. 14 dello Statuto, anche al fine di concederli al Comune di Alghero per la riqualificazione e la fruizione pubblica.” L’articolo 14 della Statuto della Regione sarda afferma infatti che la Regione succede nell’ambito del suo territorio, nei beni e diritti patrimoniali dello Stato di natura immobiliare e in quelli demaniali ad eccezione di quelli connessi a servizi di competenza statale. Secondo Mario Bruno quindi l’Amministrazione regionale può giocare un ruolo fondamentale nel progetto di riqualificazione della borgata e del suo patrimonio immobiliare storico, acquisendo questi edifici e poi passandoli al comune di Alghero. Quest’ultimo, scrive Mario Bruno, già dal 1980 ha avviato l’iter di richiesta di concessione per ristrutturarli e cederli alla fruizione pubblica per utilità socio culturale. L’azione del consigliere regionale Mario Bruno è scaturita dalla presa di coscienza dell’oggettiva crisi che sta attraversando la comunità di Fertilia ed in particolare la categoria commerciante. Ma c’è da rilevare che è di qualche tempo fa la notizia di un blocco della richiesta di acquisizione da parte del comune proprio per un ricorso della Regione Sarda al Consiglio di Stato nel quale si sosteneva che il passaggio doveva appunto essere prima alla Regione e poi al comune. Almeno questa era stata la risposta fornita dall’Agenzia del Territorio di Roma all’assessore comunale Angelo Caria.
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