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D.C. 12 novembre 2014
La Regione «sbarra la strada al bilinguismo»: i sardisti corrono ai ripari
Di fronte a delle politiche regionali «avverse alla normalizzazione della lingua sarda», il Fronte Indipendentista Unidu protesta e si mobilita inserendo il sardo nella toponomastica
La Regione «sbarra la strada al bilinguismo»: i sardisti corrono ai ripari

CAGLIARI - «La Giunta Pigliaru, composta dai partiti coloniali e dalle loro stampelle “sovraniste” si è dimostrata decisamente la più avversa alla normalizzazione della lingua sarda e ha di fatto sbarrato la strada verso il bilinguismo perfetto». È quanto dichiarato dal Fronte Indipendentista Unidu, il quale analizza dettagliatamente il comportamento e le scelte della Regione in materia di lingua sarda.

Stando alle dichiarazione del movimento politico infatti, sembra innanzitutto che, a causa della eliminazione dal bilancio regionale di 3milioni di euro, sia stata proprio la lingua sarda ad averne pagato le spese e ad essere stata eliminata dalle scuole, dai media e dalla letteratura. A questo si aggiungono «le poche righe dedicate alla nostra Lingua nel Programma Regionale di Sviluppo 2014 – 2019, approvato il 21 Ottobre scorso», «il mancato inserimento di alcuna parola per la lingua sarda nell’aggiornamento della Valutazione Ambientale strategica (Vas), nell’ambito della programmazione per il settennale 2014-2020, con il quale vengono predisposti i progetti per i finanziamenti Europei» e «il mancato rinnovo del Piano Triennale per la Lingua Sarda (2014–2016), dal momento che il precedente è scaduto alla fine del 2013, atto con il quale la Regione, tramite il Servizio Lingua e Cultura Sarda, attua in concreto la politica linguistica».

«Tutto ciò – commenta a tal proposito il Fronte Unidu - senza pensare e capire che una delle cause più importanti della crisi della nostra Sardegna e di noi sardi - ricordiamo che la Sardegna è tra le regioni dell’Italia colonialista con la più alta percentuale di dispersione scolastica - è l’averci sradicato dalla nostra lingua, che è il fondamento dell’identità culturale del popolo». Chiarissima dunque la posizione del movimento riguardo alla questione, contrariamente invece all’atteggiamento ritenuto incerto dell’assessore regionale Firinu, come sottolineato dallo stesso gruppo.

«Fino ad oggi – dicono appunto – non ha ancora chiarito la sua posizione in merito alla normalizzazione della lingua sarda e ha anzi dichiarato pubblicamente di essere ignorante in materia e di dover studiare. Ci chiediamo come possa un assessore alla Cultura in Sardegna fare tali affermazioni. Non si diventa assessori per studiare, ma per fare le leggi nell’interesse del popolo e, nonostante nei primi giorni di ottobre avesse dichiarato che di li a pochi giorni sarebbe stato nominato il direttore del Servizio Lingua Sarda, quel posto è ancora vacante. Insieme alla lingua sarda, la Giunta Pigliaru sta buttando al macero anche la professionalità e il lavoro di più di un centinaio di operatori linguistici».

Accuse forti, che hanno portato il Fronte Indipendentista Unidu a compiere un’azione per stimolare la ripresa del bilinguismo perfetto a partire da un fatto visibile a tutti i cittadini sardi: la toponomastica. Secondo loro, infatti, il sardo, per tornare ad essere una lingua a pari dignità dell’italiano, deve essere visibile da tutti, riconoscibile e ufficiale. La volontà è quindi quella di far tornare la nostra lingua nelle strade, nelle piazze e di introdurla a pari dignità nelle scuole, nelle università, nei media, negli ospedali e negli uffici pubblici.

«Non abbiamo tempo di aspettare le manfrine dei colonialisti – è l’appello del movimento - pertanto abbiamo deciso di incominciare a ribattezzare con i loro antichi nomi in sardo i nomi delle nostre piazze e delle nostre vie, spesso intitolati ad odiosi colonizzatori Savoia, come nel caso di Carlo Felice, Bogino e Conte di Moriana». In tal modo, il Fronte Indipendentista Unidu vuole così fare della politica linguistica una delle sue priorità, tanto da partecipare a tutte le mobilitazioni che tengano fermi la normalizzazione del sardo e l’obiettivo del bilinguismo perfetto, oltre che dare vita ad iniziative concrete per stimolare l’opinione pubblica sarda sul tema fondamentale della politica linguistica.



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