A.B.
6 novembre 2014
Sardegna: 27 milioni di euro di merce falsa sequestrata
«930 imprese artigiane danneggiate, l’11,4percento del manifatturiero», dichiara la vicepresidente di Confartigianato Sardegna Maria Carmela Folchetti
CAGLIARI - Sono stati oltre 27 i milioni di euro di merce falsa sequestrata in Sardegna dal 2008 alla fine dello scorso anno. Le operazioni effettuate per la confisca dei prodotti sono state 2342 (un milione e 470mila pezzi) vedono più colpiti i settori della cosmesi (9milioni di euro), delle apparecchiature elettriche (6milioni circa), dell’abbigliamento (3,5milioni) e della gioielleria-orologeria (3,2milioni). Nel 2013, il valore monetario delle merci sequestrate ha raggiunto quota 2,4milioni di euro; il picco si è registrato nel 2009 con 11,1milioni di euro, mentre il minimo si registrò nel 2011, con soli 300mila euro. A rivelare le dimensioni del fenomeno della contraffazione in Sardegna è un rapporto elaborato dall’Ufficio Studi di Confartigianato, che ha analizzato i dati del Mise e di “Unioncamere” dal 2008 al 2013.
Nei primi sei mesi del 2014, il mercato del falso ha danneggiato, direttamente o indirettamente, circa 930 imprese artigiane sarde con 904 addetti, ovvero una l’11,4percento sul totale delle imprese manifatturiere isolane. I settori più colpiti sono quelli dell’oreficeria-orologeria (323 imprese), dell’abbigliamento (290 aziende), e del tessile (173). Nelle province, le imprese artigiane “interessate” dal fenomeno della contraffazione a Cagliari sono state 388 (il 12,4percento del manifatturiero), a Sassari 331 (11.6percento), a Nuoro 1640 (10,7percento) e ad Oristano 726 (7,7percento). «La contraffazione – sottolinea Maria Carmela Folchetti, vicepresidente di “Confartigianato Imprese Sardegna” - è un business colossale e globalizzato che gira a pieno regime ed è tra le cause della crisi delle piccole imprese manifatturiere in tutta Italia e anche in Sardegna. Le norme sul “made in” – aggiunge la Folchetti – sono le sole che potrebbero consentire di difendere il diritto dei consumatori a una corretta informazione sull’origine dei beni acquistati, combattere il fenomeno della contraffazione, valorizzare il patrimonio manifatturiero anche della Sardegna».
«Questo fenomeno criminale è di dimensioni globali – avverte la vicepresidente – e va combattuto con armi globali. Serve un’azione congiunta a tutti i livelli di Governo, in Italia, in Europa e a livello internazionale. L’azione repressiva, la collaborazione tra le Forze dell’Ordine di tutti i Paesi, devono essere accompagnate da attività di prevenzione e da iniziative legislative a tutela dell’origine e della qualità dei prodotti, a cominciare dall’approvazione di una regolamentazione europea, come quella sul “made in”, che obblighi a indicare l'origine dei prodotti e garantirne la piena tracciabilità». Per Maria Carmela Folchetti è necessario soprattutto «intensificare le attività di formazione e informazione alle imprese a ai consumatori sui danni provocati dalla contraffazione, sulla difesa della proprietà intellettuale e industriale, sulla tutela del made in Italy e made in Sardegna. Confartigianato – conclude – si batte da sempre per una chiara e inequivocabile identificazione dell’origine dei prodotti e delle lavorazioni, perché il mondo cerca i prodotti fatti in Italia e in Sardegna, i consumatori sono disposti a pagare un “premium price” pur di avere un prodotto fatto a regola d’arte».
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