D.C.
5 novembre 2014
Medicina: nuova terapia per la Bpco2
Studi medici hanno dimostrato come dalla combinazione di due farmaci possa derivare una cura efficace per gestire la bronco-pneumopatia cronica ostruttiva
SASSARI – Notizie positive provengono dal mondo della medicina nei confronti dei circa 130mila sardi affetti da bronco-pneumopatia cronica ostruttiva ("Bpco2"), una patologia della respirazione che porta gradualmente ad una vera e propria disabilità. Gli ottimi risultati dell’esperimento “Shine3” hanno infatti dimostrato come, attraverso un intervento tempestivo, una giusta terapia e una costante attività fisica sia possibile gestire efficacemente la malattia. «Lo studio – spiega meglio Pietro Pirina, Ordinario di Malattie dell’Apparato Respiratorio, Università di Sassari e Direttore dell’Unità Operativa di Pneumologia, Azienda Ospedaliera Universitaria di Sassari - ha evidenziato come la co-formulazione indacaterolo/glicopirronio porti ad un miglioramento significativo sia della funzionalità polmonare, sia della dispnea, sia della tolleranza all’esercizio fisico».
Infatti, i soggetti che sono stati trattati con i due farmaci hanno guadagnato sedici giorni nell’arco temporale di sei mesi, in confronto alla terapia standard. «Non accusare sintomi – aggiunge l’esperto a tal proposito - si traduce nella possibilità, per il paziente, di poter riprendere attività e abitudini quotidiane precedentemente compromesse, con risvolti importanti in termini di qualità di vita». Invece, di solito i pazienti con Bpco tendono a diventare sedentari per ovviare alla sensazione di mancanza d’aria, aumentando così la difficoltà a compiere movimenti anche semplici e compromettendo ulteriormente la propria salute.
Un circolo vizioso, che con l’azione sinergica della co-formulazione indacaterolo/glicopirronio è ora possibile spezzare, poiché si tratta di una terapia che è in grado di spingere i pazienti verso una buona performance fisica, al punto da possedere le potenzialità per diventare in futuro un’opzione terapeutica di riferimento nel trattamento della patologia. «La co-fomulazione di due farmaci, l’indacaterolo e il glicopirronio, con meccanismi d’azione differenti e sinergici tra loro, può rappresentare in futuro un’importante novità – conclude infatti Pirina - Questa opzione terapeutica, grazie ad un'unica somministrazione giornaliera, oltre a dimostrare un’efficacia maggiore rispetto al ricorso al singolo broncodilatatore, evidenzia un risultato positivo in termini di compliance. Una buona aderenza si traduce per il paziente in un maggiore controllo della patologia, una riduzione delle riacutizzazioni e una migliore qualità di vita»
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