Marcello Simula
25 marzo 2006
Pili e Tedde, è amore sul referendum
La proposta di referendum contro il Piano Paesaggistico Regionale fa tappa anche ad Alghero: invitato dai forzisti algheresi, questa mattina Mauro Pili ha presentato alla cittadinanza il referendum come l’unica azione, a suo dire, per evitare la devastazione dell’isola
ALGHERO - La proposta di referendum contro il Piano Paesaggistico Regionale fa tappa anche ad Alghero: invitato dai forzisti algheresi, questa mattina Mauro Pili ha presentato alla cittadinanza il referendum come l’unica azione, a suo dire, per evitare la devastazione dell’isola. A fare gli onori di casa è stato il sindaco Marco Tedde, anch’egli firmatario della proposta, che ha rincarato la dose attaccando direttamente il governatore Soru, «monarca assoluto che il centrosinistra non ha neanche il coraggio di contrastare». Tedde ha sottolineato come solo il referendum possa restituire ai sardi la parola tolta dalla politica autoritaristica di Soru: «la politica regionale, dichiara il sindaco, ci sta impedendo di svolgere il mandato che abbiamo ricevuto dai cittadini: noi vogliamo ridare la parola alle persone». Presenti in via Columbano anche Gigi Ruiu e Andrea Pala, sindaci rispettivamente di Olmedo e Valledoria. I due amministratori hanno portato in aula le ragioni dei comuni, costretti a presentare il piano urbanistico regionale al vaglio della regione «Tutto il lavoro svolto per approvare il Puc è stato vano, ha denunciato Pala, e ormai neanche i tecnici regionali sanno più che indicazioni darci».L’intervento centrale, ovviamente, è stato quello dell’ex presidente della regione Mauro Pili, che ha messo subito le cose in chiaro: «dobbiamo bloccare un piano del disastro che da una slavina si sta trasformando in valanga, sia sul versante economico che su quello occupazionale». Il forzista ha prospettato ai presenti una previsione decisamente amara per l’isola: supportato dal lavoro di alcuni istituti di statistica, Pili si dice sicuro che nei prossimi dieci anni l’Isola rischia di perdere 60000 posti di lavoro tutti a causa del Piano Paesaggistico Regionale. Per fermare questa ventilata apocalissi isolana secondo Pili si più contare solo sul potere del popolo sovrano. Il referendum presentato propone tre interrogazioni ai cittadini: la prima prevede l’abrogazione della legge 8, detta salva-coste, normativa che, dopo il decreto estivo di due anni fa, è diventata legge regionale nel novembre 2004. Secondo Pili l’abrogazione di questa legge avrà un effetto a cascata, facendo cadere tutte le azioni regionali legate al Ppr. Gli altri due punti saranno invece di carattere consultivo: uno riguarderà la proposta del piano paesaggistico, mentre l’altro investirà la proposta di legge urbanistica. Dalla sua parte l’esponente di Forza Italia ha l’appoggio di più di 40 sindaci firmatari della proposta di referendum, e conta di raggiungere entro domenica la soglia delle 10000 firme previste. A chiudere l’incontro, prima delle firme dei tre sindaci presenti, è stato dell’onorevole Nicola Rassu, che non ha nascosto l’importanza del referendum in un ottica di equilibri politici: «Se il centrosinistra perderà il referendum sarà obbligato a dimettersi, ha chiosato Rassu, per ridare ai sardi la loro dignità». Gli azzurri hanno inoltre fatto sapere che da sabato mattina sono aperti i centri di raccolta delle firme per la richiesta di referendum, localizzati uno in un gazebo in piazza del Municipio, davanti al Palazzo Civico, e l’altro nella sede di Forza Italia all’angolo tra via Giovanni XIII e via Manzoni.
Nella foto Mauro Pili e Marco Tedde questa mattina
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