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S.I. 13 ottobre 2014
«Disegno politico: anche la Regione ammazza le province»
Il presidente della Provincia di Sassari, Alessandra Giudici, abbandona i tecnicismi che hanno caratterizzato il dibattito delle ultime settimane, tra integrazioni del fondo unico, spazi finanziari e vincoli del patto di stabilità, e decide di «smascherare quello che è un vero e proprio disegno politico»
«Disegno politico: anche la Regione ammazza le province»

SASSARI - «La classe politica regionale ha deciso di abolire le Province, ma per non ammettere la propria incapacità a elaborare una seria riforma dell’architettura istituzionale isolana è passata alle vie di fatto, esautorando gli enti intermedi e mettendoli nelle condizioni di non poter assolvere le proprie funzioni, cercando così di addebitargli la mancata erogazione di servizi essenziali per le comunità locali, per cui oggi non ci sono soldi». Il presidente della Provincia di Sassari, Alessandra Giudici, abbandona i tecnicismi che hanno caratterizzato il dibattito delle ultime settimane, tra integrazioni del fondo unico, spazi finanziari e vincoli del patto di stabilità, e decide di «smascherare quello che è un vero e proprio disegno politico, rispetto al quale, a questo punto, non c’è più alcun dubbio – dice Alessandra Giudici – perché la giunta Pigliaru e l’attuale consiglio regionale vogliono far morire le Province prima ancora di aver legiferato sulla riorganizzazione delle competenze e dei servizi che sin qui hanno svolto gli enti di governo territoriale».

È una questione di soldi, innanzitutto, «perché ci hanno tagliato i trasferimenti del Fondo unico per 4,3 milioni e domani approveranno in consiglio un assestamento che ce ne restituirà solo una piccola parte», spiega il presidente della Provincia, che su questa linea è in piena sintonia con i pochi amministratori provinciali che in Sardegna si sono salvati dal commissariamento, almeno sin qui. Ma è anche una questione di rapporti istituzionali e di attenzione verso il territorio. «Con tutto quello che sta succedendo, con i lavoratori in cassa integrazione a zero ore e le scuole a rischio chiusura da un momento all’altro, la Regione continua a disattendere ogni impegno – attacca Alessandra Giudici – ci avevano detto che ci avrebbero convocato entro oggi, per cercare una soluzione congiunta, ma ancora una volta quelle dei rappresentanti della giunta Pigliaru si sono rivelate solo parole, sinora non hanno rispettato neanche uno degli impegni presi nei confronti del Nord Ovest Sardegna».
Si lamenta a nome del territorio, il presidente, «anche se la cosa più sconcertante è che a volte viene da pensare che questo accanimento sia rivolto agli amministratori delle Province, come se avessero la colpa di restare ancora lì, a capo di enti che nella loro geografia istituzionale non esistono più – prosegue il presidente della Provincia di Sassari – alla faccia dei disagi che stanno provocando con questo commissariamento di fatto».

Domani l’assestamento di bilancio approda in consiglio regionale e confermerà sostanzialmente i tagli previsti in finanziaria da Cappellacci, «e intanto la giunta, per rispettare i vincoli del patto di stabilità a livello regionale – è l’altra accusa – ci riduce gli spazi finanziari ai minimi termini, riconoscendoci solo 1,2milioni di euro a fronte di una richiesta di 15milioni di euro». Senza voler entrare in questioni di ragioneria, «significa che la Regione sta chiedendo al sistema delle imprese, che hanno sempre più difficoltà a farsi pagare per i lavori pubblici, di sostentare la pubblica amministrazione – afferma Alessandra Giudici – a Cagliari ottengono il rispetto del patto di stabilità, ma non ho alcun problema a dire che si tratta di un’operazione condotta alle spalle delle Province e con i loro soldi». A questo punto, è la riflessione di Alessandra Giudici, «siamo di fronte a un messaggio chiaro rivolto alle amministrazioni provinciali, ma questa giunta e questo consiglio regionale devono avere almeno il coraggio di dirlo pubblicamente ai cittadini, che restano senza moltissimi servizi, e ai lavoratori, che rischiano il posto di lavoro e che devono fare i conti con la cassa integrazione».



Nella foto Alessandra Giudici



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