A.B.
10 ottobre 2014
Bilancio Provincia, ritardo record L'urlo: ci fanno morire in silenzio
Enormi preoccupazioni da Palazzo Ducale: «stanno esautorando le Province, facendole morire anticipatamente, ma non hanno il coraggio di dirlo». Le dichiarazioni dell'assessore al Bilancio della provincia di Sassari Enrico Daga
SASSARI - «Stanno esautorando le Province, facendole morire anticipatamente, ma non hanno il coraggio di dirlo». È il dato politico che emerge con più ricorrenza nell’aula del Consiglio Provinciale che ha approvato, con un ritardo record rispetto alle proprie abitudini, il bilancio di previsione per il 2014. Al netto dei malumori e delle preoccupazioni provocate dal fatto che la grave situazione economica dell’ente si riverbera sul destino della “Multiss”, la società in house dell’Amministrazione Provinciale, e dei suoi dipendenti, la cui esasperazione è stata manifestata anche oggi, nel corso dei lavori di approvazione del più importante documento contabile dell’ente, su questo punto sono tutti d’accordo. «Roma e Cagliari hanno deciso di affossare gli enti intermedi e vanno avanti in maniera incosciente – è la rivendicazione rilanciata in diversi interventi – senza tenere conto dei danni e dei disservizi che stanno provocando e che continueranno a provocare in assenza di una organica riforma istituzionale». Alla fine, il bilancio di previsione passa con quindici voti favorevoli, sette astenuti ed un solo no. «Questo bilancio è la più chiara rappresentazione del drammatico momento che stanno attraversando questa amministrazione e, più in generale, il sistema degli enti locali in Sardegna e in Italia», è la realistica sintesi con cui l’assessore provinciale del Bilancio Enrico Daga commenta il documento approvato. «Ma questo bilancio è anche il figlio di un allarme che abbiamo lanciato già dallo scorso aprile – ha aggiunto l’assessore – ma senza mai essere ascoltati».
Da alcuni anni il tema è sempre lo stesso: la drastica riduzione delle entrate. Quest’anno tuttavia, la situazione è davvero straordinaria. «A inizio anno abbiamo registrato una riduzione di entrate di 16milioni e mezzo di euro – ha riferito Daga in aula – lo Stato ha trasferito quasi 9milioni in meno, cui si è aggiunta la crisi del mercato dell’auto, che ha causato un minor gettito per 3milioni e 300mila euro». A questa vera e propria sciagura si è aggiunta la ormai famigerata riduzione del Fondo unico regionale per 4milioni e 300mila euro. «Per far fronte alle prime due voci di taglio abbiamo azzeramento le previsioni di spesa non obbligatorie di ogni settore – racconta Daga – ma a quel punto il taglio della Regione al Fondo unico è stata una vera e propria mazzata». Su questo punto la Provincia ha sollecitato per mesi e continua a chiedere ancora in questi giorni un provvedimento regionale che ripristini il trasferimento nella misura del taglio fatto con la Finanziaria licenziata dall’Amministrazione Cappellacci poco prima delle elezioni. Ma a complicare ulteriormente il quadro il Governo Renzi adotta il decreto legge 66, che prevede un contributo alla finanza pubblica da parte degli enti locali, quantificando il sostegno atteso dalla Provincia di Sassari in 2milioni e 683mila euro per quest’anno e 4milioni e 25mila euro per il 2015, con versamento da effettuare entro il 10 ottobre. «Il 31 luglio abbiamo trasmesso al Ministero dell’Interno la rilevazione dati finanziari, così come richiesto con la cosiddetta “due diligence” e abbiamo atteso comunicazioni su eventuali alleggerimenti del contributo alla finanza pubblica, così come previsto dal decreto per gli enti che risulterebbero in difficoltà finanziarie dall’applicazione del prelievo». Nella rilevazione la Provincia ha attestato che «se il Ministero rendesse operativo il prelievo, noi non potremmo raggiungere il pareggio di bilancio».
Ad oggi non sono arrivate comunicazioni, «perciò la Provincia ha dovuto prevedere nel bilancio 2014 e in quello pluriennale 2014/2016 il contributo alla finanza pubblica», afferma Enrico Daga. Lo scorso luglio, per cercare di trovare le risorse che consentissero di mantenere il livello dei servizi della Multiss già concordato, è stata attuata una ricognizione tra uffici provinciali ed assessorati regionali, che avrebbe dovuto portare all’assegnazione alla Provincia di un finanziamento una tantum in attesa di un eventuale ripristino della quota di fondo unico decurtata con la legge finanziaria. Ma dal testo dell’accordo tra enti locali e Regione dell’8 agosto emerge che per il governo isolano questa soluzione è impercorribile.«Questo fatto ha comportato la revisione dei contratti con la Multiss, con un taglio del 40percento dei corrispettivi», spiega sempre Daga. Ai dirigenti poi è stato dato mandato di usare i 600mila euro assegnati dalla Regione come anticipazione sul ripristino del fondo unico per garantire i servizi assicurati dai contratti con la Multiss, ed è stato fatto presente che quella somma è l’unica risorsa certa disponibile. Per far fronte all’ulteriore prelievo statale è stato comunque necessario iscrivere a bilancio il ripristino del fondo unico come da proposta di legge del consiglio regionale del 19 settembre, che prevede il reintegro del fondo unico per 35milioni di euro. Di questi, secondo un calcolo proporzionale, alla Provincia dovrebbero andare 2milioni e 700mila euro, che salvo un esonero in extremis servirà a coprire il contributo alla finanza pubblica 2milioni e 683mila euro. Per garantire comunque l’equilibrio di bilancio, gli uffici della Ragioneria provinciale hanno sospeso per il 2014 e 2015 l’utilizzo delle somme iscritte sulla parte in conto capitale, e finanziate con le entrate correnti derivanti dal risparmio prodotto dalla rinegoziazione dei mutui, per un totale di circa 4milioni e mezzo.
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