S.I.
7 ottobre 2014
Ordinanza blocca musica tra movida, riposo e nuove idee
A Cagliari, in vista anche dell´assegnazione del titolo di Capitale della Cultura, si discute ancora dell´ordinanza sindacale detta "blocca musica". Gli operatori dell´intrattenimento chiedono di essere sostenuti anche con la creazione di aree fuori dal centro senza, però, essere ghettizzati. Intanto nascono nuove idee da chi lascia Cagliari
CAGLIARI – Dalle forti proteste sul web alla sarcastica lettera appioppata ironicamente a Zedda (in cui si prende in giro la sua ordinanza "blocca musica"), è esplosa a Cagliari la polemica riguardo il rinnovo dell’ordinanza sindacale che prevede lo stop della musica a mezzanotte. Problema atavico che vede una sorta di disegno utopico: conciliare l’esigenza dei residenti e del loro riposo e quella di chi fa intrattenimento. Un nodo mai sciolto che penalizza in maniera pesante il settore turistico di tutto lo Stivale e non solo della Sardegna.
Ciò che influisce in maniera molto negativa è l’assenza di una normativa chiara. Ogni tanto appare il fantasma del fonometro. Strumento che solo dei tecnici preparati possono utilizzare e che, comunque, dovrebbe garantire un controllo equilibrato dell’emissione sonora di intere aree di riferimento. Altrimenti si creano delle disparità di trattamento causate dalla malsopportazione di questo o quel locale da parte del vicinato. Ovvero, non può essere l'insonnia di qualcuno a poter far chiudere attività che danno lavoro a numerose persone e garantiscono un servizio alla città.
D'altra parte ci dovrebbe essere un controllo molto più capillare e attraverso degli organismi (ovvero persone) che possano giudicare in maniera oggettiva e cosciente quelle che sono le vari offerte messe in campo dai vari esercizi commerciali sia nelle ore diurne e che notturne. Questo in un ottica di garantire un servizio adeguato finalizzato ad arrecare il minor disturbo possibile. Ma senza delle scelte chiare e definitive non si avraà una serio sviluppo di questo settore senza dover creare problemi ai residenti.
Per fare questo occorre che ci siano delle chiare indicazioni urbanistica. Decentrare la "movida" o comunque gli spettacoli musicali, e in generale artistici, è forse l'unica via d'uscita. Ma decentrare non significa ghettizzare. Per questo occorre un intervento del Comune che oltre a creare degli spazi gli dia il giusto valore. Altrimenti l'emorragia di tanti capaci operatori culturali (dj, musicisti, grafici, fotografici, attori, etc), e Cagliari, ma l'intera Sardegna, n'è ricca, continuerà in maniera drammatica.
E intanto c'è chi come Matteo Mannu, titolare di Basstation e organizzatore di appuntamenti musicali ed eventi di respiro internazionale in tutta la Sardegna, ha deciso di abbandonare Cagliari e tutti i suoi problemi riorganizzandosi fuori dalla città. Ma non tutto il male viene per nuocere e l'appuntamento di sabato con "La Repubblica delle banane - comunità festeggiante" a Campidarte ne è un esempio.
Nella foto: un locale del centro storico di Cagliari
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