S.I.
6 ottobre 2014
«Basta prese in giro, le Province da abolire»
Duro intervento da parte del coordinatore regionale dei Riformatori Sardi Michele Cossa riguardo il tema della Province. Accuse alla Giunta Regionale per la presunta volontà di tenere questi istituti senza tenere conto della volontà popolare
CAGLIARI - «I rappresentanti della Sardegna in Parlamento si devono attivare per far mettere subito all’ordine del giorno delle Camere l’abolizione definitiva delle Province». Lo scrive il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa, in una lettera indirizzata a tutti i parlamentari sardi. «In caso contrario saranno complici di quello che sta accadendo. Dopo il bluff delle province a livello nazionale, infatti, se ne prepara un altro, peggiore, in Sardegna, dove le province sono state travolte dalla volontà popolare, portando la Sardegna in una posizione diversa e più avanzata rispetto al livello nazionale. Ma nonostante in Parlamento si stia discutendo delle riforme istituzionali, non è stata neppure presa in considerazione la proposta di legge costituzionale votata dal Consiglio regionale che cancella dallo Statuto il termine Province, che sarebbe l'adempimento alla volontà dei sardi espressa con i referendum».
«Il risultato della lentezza del Parlamento è una porcata – scrive ancora Cossa – poiché fornisce alla Giunta regionale e al centrosinistra un alibi per cucinare ai danni dei sardi qualcosa di molto simile alla presa in giro fatta dal governo di Roma, che ha detto agli italiani di voler abolire le Province e non lo ha fatto, come dimostra il turno elettorale di questi giorni: non solo le province non sono cancellate ma ad esse si aggiungono pure le città metropolitane».
In Sardegna, prosegue Cossa, «si stanno inventando soluzioni che altro non sono che Province mascherate. I sardi hanno abolito direttamente con il referendum abrogativo le cosiddette Province di nuova istituzione, e con quello propositivo hanno chiesto alla politica di abrogare anche le Province storiche. Tornare indietro rispetto a questo significa che i partiti della conservazione vogliono scatenare una rivolta civile»
Nella foto Michele Cossa
|