Antonio Burruni
4 ottobre 2014
Arte52: di padre in figlio
E’ stata inaugurata ieri Forma Fluens, retrospettiva ed inediti di Nicola ed Antonello Atzori, in programma fino a domenica 2 novembre nelle sale del Museo naturalistico del territorio G.Pusceddu
VILLANOVAFORRU - Un legame tra padre e figlio che l’arte rende indissolubile, una condivisione dello spazio espositivo in cui le opere di Antonello Atzori si intrecciano con quelle del padre Nicola. Per l'occasione, vengono esposti dieci piatti e tre pannelli ceramici, ognuno con quattro moduli, realizzati da Nicola negli Anni Sessanta e nella prima metà degli Anni Settanta, mentre Antonello mette in mostra un buon numero di ceramiche di varie fogge e tecniche di più recente produzione.
Sono altresì visibili dei monotipi su carta prodotti da Nicola sino al 1986, nel contempo Antonello propone dieci dipinti recenti su carta ed alcune tele più datate. Venerdì sera si è tenuta l’inaugurazione della personale degli Atzori “Forma Fluens”, che si potrà visitare nella sale del Museo naturalistico del territorio “G.Pusceddu” di Villanovaforru. Al vernissage, si è accompagnata la conclusione di “Opera demiurgica”, la personale di Lorenzo Stea.
«Le astrazioni calcinose e stemperate dei monotipi di Nicola Atzori sono il risultato trasfigurante di immersioni marine, di voli pindarici in cieli nuvolosi sospesi nell'immaginario, di viaggi in sotterranee dimensioni ipogee alla ricerca di stratificazioni umorali e cangianze della materia primordiale, di visioni di luce ovattata che filtrano paesaggi in concreti – spiega il presidente dell’“Associazione Amici dell’Arte Giuseppe Bosich” - I racconti di Antonello Atzori hanno necessità di un costrutto portante che subitaneamente viene inglobato dal pigmento, trasmutando l'impianto segnico in pittura tonale talvolta monocroma, nelle alternanze di caldo e freddo di umido e secco, che nel mondo fenomenico sono i precursori di ogni trasformazione elementare».
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