M. P.
22 settembre 2014
Pescatori «Indennizzi e sonar contro i delfini»
Gli operatori della piccola pesca messi in ginocchio dai delfini che distruggono le reti sollecitano l’intervento della Regione per acquistare dissuasori a ultrasuoni
PORTO TORRES - Gli operatori della piccola pesca messi in ginocchio dai delfini che distruggono le reti sollecitano l’intervento della Regione per acquistare dissuasori a ultrasuoni. A lanciare il disperato appello sono i rappresentanti delle varie imprese di pesca dei comuni che si affacciano nel golfo dell’Asinara, che in occasione dell’incontro con l’assessore comunale alla pesca, Davide Tellini, avvenuto questa mattina al Museo del Mare, hanno avanzato alcune richieste da presentare all’assessore regionale alla Pesca, Elisabetta Falchi per affrontare il problema dei danni economici, derivanti dai continui attacchi dei delfini alle reti e al pescato. All’incontro erano presenti anche due rappresentanti del comune di Castelsardo, l’assessore comunale alle attività produttive, Maria Frassetto e il consigliere comunale, Renato Posadino, oltre ad una rappresentanza dei pescatori di Porto Torres e Castelsardo (che conta circa 100 pescatori).
«Capiamoci subito – puntualizzano i pescatori presenti - noi vogliamo rispettare i delfini, ma non ci costringano a fare cose gravi per sopravvivere. Chiediamo però al nuovo assessore regionale di ricordarsi della nostra categoria, prevedendo dei sostentamenti affinché si possano recuperare il costo delle attrezzature danneggiate e del mancato guadagno derivato da questi raid. Chiediamo inoltre di dotare i pescherecci di particolari dissuasori, per allontanare i cetacei». Ma i pescatori pretendono di poter continuare a svolgere il loro mestiere, dunque non si accontentano di un risarcimento per il danno subito, ma reclamano strumenti efficaci per creare una barriera e tenere i mammiferi lontani. «I delfini si sono abituati a queste strumentazioni e in pochi giorni – sostengono i pescatori - arrivano persino a giocarci attorno. Per risollevare il nostro lavoro servono ben altre soluzioni, l’unico sonar efficace è quello militare, perché dotato di tecnologie avanzate in grado di mandare via i delfini».
Il problema di non facile soluzione, è comune alle diverse marinerie sarde e non solo, in quanto è necessario far convivere le legittime esigenze degli operatori della piccola pesca, rispettando al contempo la normativa internazionale che tutela i delfini che proprio per questo si sono moltiplicati, divenendo l’incubo di tutti i lavoratori del mare. E come trovarsi di fronte ad una calamità naturale. Quando le cose vanno non troppo male, il pescato si disperde, ma si riesce almeno a recuperare le reti, le quali dopo un’accurata ricucita vengono rimesse in mare, nel peggiore dei casi, oltre a disperdere il pescato, il povero pescatore è costretto a disfarsi completamente delle reti e di acquistarne delle nuove. Inoltre a differenza della pesca a strascico, non godono dei rimborsi del fermo biologico come era previsto in passato, e pur potendo andare a pescare si trovano ad affrontare la stessa problematica con il pescato, che diviene un bersaglio prelibato per i delfini, attingendo alle proprie economie per sopperire al guaio accaduto.
«Non appena avremo risposta dalla Regione per un possibile incontro, spero in settimana, porteremo all’attenzione dell’assessore competente le varie istanze: la necessaria dotazione di sensori capaci di allontanare i delfini, un indennizzo per il mancato guadagno della pesca e la possibilità che si riconoscano anche alla piccola pesca i rimborsi per il fermo biologico», sottolinea l’assessore Tellini, informando che nei prossimi giorni si recherà in Regione, insieme ad una delegazione dei rappresentanti di tutti i comuni rivieraschi, per affrontare le problematiche dei pescatori. La proposta dei pescatori e dei rappresentanti istituzionali presenti è anche quella di recarsi in Regione con una rappresentativa degli operatori della piccola pesca.
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