S.A.
3 settembre 2014
Proroga mostra alla Pinacoteca di Oristano
È stata prorogata a domenica 28 settembre la chiusura della mostra I Giardini dell´Eden, la doppia personale che ha per protagonisti Pastorello con I Giardini dell’Eden ed Éric Bouvet con Peace, rainbow family
ORISTANO - Inaugurata il 31 luglio nelle sale della Pinacoteca Comunale “Carlo Contini” di Oristano in concomitanza col Festival Dromos, la doppia personale ha visto un grande afflusso di pubblico e, pertanto, al fine di consentire anche alle numerose scolaresche di poterla visitare, verrà prorogata fino a domenica 28 settembre. Curate rispettivamente da Ivo Serafino Fenu e da Laura Serani, le due personali si incontrano sul tema de I Giardini dell’Eden, luoghi di delizie e di piacere, di conoscenza e, talvolta, di peccato, luoghi da rimpiangere e da evocare in una dimensione onirica, luoghi che rimandano ad antiche e lontane civiltà: dimora degli dei, prima patria degli uomini, orti delle Esperidi, paradisi terrestri ricchi di alberi e fiumi meravigliosi, miti che ricordano l’Eden biblico o che favoleggiano l'età dell'oro, regni felici di Crono e di Saturno.
E allora, in quest’ottica, in una rilettura del mito trasformato, tradito, rielaborato e restituito con un linguaggio contemporaneo e pop, in bilico tra realtà e utopia, le due mostre ospitate presso la Pinacoteca comunale “Carlo Contini” di Oristano propongono le pitture di Pastorello, coi suoi paesaggi, anch’essi, a loro modo “paradisi”, seppur spiazzanti e che descrivono un “altrove” ora mitico, ora apparentemente naturale, spesso sintetico e futuribile o acido e perturbante, luoghi abitati non più da progenitori quanto, semmai, da post-genitori alieni e, insieme, alienati.
Molte delle opere dell’artista sassarese provengono dalla collezione d’arte contemporanea della Banca di Sassari. Le immagini del fotografo francese Éric Bouvet, viceversa, appartenenti al progetto Peace, rainbow family, documentano la vita di alcune “famiglie arcobaleno”, idealiste, pacifiste, hippies del XXI secolo, riunitesi nella foresta brasiliana per fuggire dalla società dei consumi e dalla corsa al profitto, in un sentimento panico verso la natura finalizzato alla riconquista di un’innocenza e di una pace anch’esse perdute.
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