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Sergio Ortu 19 febbraio 2006
Settantesimo anniversario della fondazione di Fertilia
Il prossimo 8 marzo Fertilia celebrerà settant’anni dalla sua fondazione. Un’importante anniversario che non mancherà di essere celebrato con diverse iniziative di carattere culturale e storico
Settantesimo anniversario della fondazione di Fertilia

ALGHERO - Il prossimo 8 marzo Fertilia celebrerà settant’anni dalla sua fondazione. Un’importante anniversario che non mancherà di essere celebrato con diverse iniziative di carattere culturale e storico. «Fertilia, ultima venuta fra le città del fascismo, sarà una delle più belle: essa assommerà l’esperienza urbanistica di tutti questi anni ed esprimerà, nel linguaggio del nostro tempo, la rinata potenza della patria». Questo quello che si leggeva in “l’economia nazionale” di Livio Tonini nell’ottobre ‘36. Inaugurata appunto l’otto marzo di quell’anno, Fertilia nasce dapprima con un progetto di Arturo Miraglia che però viene sostituito dal piano di Petrucci, Tufaroli, Paolini e Silenzi nel 1937. Questi ultimi progettisti erano infatti più graditi al Regime. «Fertilia è una delle dodici città fondate nel trentennio fascista-spiega Giorgio Peghin, architetto e studioso del movimento “Moderno” del primo ‘900-ma più di tutte rappresenta un vero e proprio monumento dell’architettura dell’epoca e probabilmente anche quello maggiormente rimasto intatto in questi settant’anni di storia». La fondazione di Fertilia è legata sostanzialmente alla bonifica dei territori della Nurra iniziata nell’800 e conclusasi nel trentennio del secolo successivo. La nascita di Fertilia coincide inoltre con l’istituzione dell’ente ferrarese di colonizzazione promossa con decreto di Mussolini dell’ottobre del ’33. Lo scopo di tale istituzione era quello di trasferire in Sardegna e in altre zone a scarso indice demografico, il maggior numero possibile di famiglie delle province emiliane al fine di costruire insediamenti rurali e appoderare i terreni. I primi ferraresi giunsero nel ’34 e trovarono casa nei terreni di Cuguttu dove si andava ad inaugurare l’azienda Maria Pia di Savoia che costituì il primo nucleo della Bonifica della Nurra. «Fertilia rappresenta nel panorama della cultura urbanistica contemporanea -scrivono gli studiosi architetti Giorgio Peghin e Emilio Zoagli- uno dei rari esempi di città fondata in Italia nell’ultimo secolo. La sua storia racchiude alcuni degli aspetti più significativi del dibattito culturale e artistico durante gli anni ’30, dall’esperienza del movimento moderno al conflitto tra modernità e tradizione». Dopo la fondazione nel ’36 e con il progetto esecutivo del ’39 vennero costruiti solamente gli edifici del nucleo centrale quali: la chiesa, la rotonda sul mare, la torre littoria, il palazzo comunale, l’edificio postale, la casa del fascio e l’albergo. «La presenza di due progetti -conclude Peghin- e la sostanziale preservazione del centro di Fertilia ne impongono per ragioni storiche e architettoniche la sua tutela. Un iniziativa che può essere attuata dal comune con strumenti urbanistici di tutela immediati». Gli avvenimenti bellici e il crollo del regime determinò il non completamento della città che venne poi ripresa in mano nel dopoguerra con modifiche sostanziali. I lavori si completarono dunque con l’arrivo poi degli esuli giuliano dalmati nel 1947 ai quali furono concessa Fertilia come terra su cui ricostruire la loro vita. Il resto è storia degli ultimi sessant’anni.

Nella foto Fertilia in costruzione



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