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Alguer.itnotiziealgheroCronacaPesca › Gnacchere abbandonate a Porto Conte | Foto
S.A. 11 agosto 2014
Gnacchere abbandonate a Porto Conte | Foto
Non è la prima volta che pescatori imprudenti prendono di mira la Pinna nobilis, specie protetta da diverse normative europee. Operazione di recupero e monitoraggio per gli esemplari ancora vitali
Gnacchere abbandonate a Porto Conte | Foto

ALGHERO - Nei giorni scorsi una decina di esemplari del più grande bivalve del Mediterraneo, la “Gnacchera” Pinna nobilis, sono stati al centro di un’operazione di recupero da parte del personale della Blon, la Base Logistica Operativa Navale del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale di Alghero, e dall’Amp Capo Caccia - Isola Piana. Gli esemplari sono stati rinvenuti dal Corpo Forestale su segnalazione di un privato, dopo essere stati estirpati dal fondo ed abbandonati all’interno della baia di Porto Conte, in prossimità della base nautica.
Da alcune conchiglie erano già stati asportati i molluschi mentre altri esemplari apparivano ancora vitali e probabilmente in grado di sopravvivere al trauma dell’asporto dal substrato. Gli operatori dell’Amp hanno pertanto provveduto al loro riposizionamento in ambiente idoneo, dove verranno monitorati per il loro completo recupero.

Purtroppo non è la prima volta che pescatori imprudenti prendono di mira Pinna nobilis, specie protetta da diverse normative europee, nazionali e regionali, senza rendersi conto che il prelievo costituisce reato, aggravato dall’aver praticato la pesca subacquea, vietata all’interno dell’area marina protetta. La popolazione di Pinna nobilis è stata in forte regressione per molti anni a causa del prelievo indiscriminato e solo le norme a sua tutela stanno consentendo un’inversione di tendenza. A pochissimi metri di profondità, e non distanti dalla riva nelle zone di Mugoni e esternamente al Marina di Porto Conte, è possibile ammirare in snorkeling lo spettacolo straordinario di vaste colonie composte da diverse decine di esemplari che fanno ben sperare per il futuro della specie.

Il ritrovamento è stata l’occasione per ribadire la volontà da parte degli Enti coinvolti di implementate la cartellonistica sul territorio con la normativa e i divieti vigenti al suo interno, e di giungere al più presto all’approvazione del regolamento definitivo dell’area marina.
L’ispettore Saba, comandante della Blon, ha avuto modo di affermare come nell’attività del Corpo Forestale risulti essere fondamentale la prevenzione, focalizzata in particolare dove insistono note criticità, e ha sottolineato come l’azione di tutela, svolta dell’area protetta e dal Corpo Forestale, risulti estremamente efficace per la conservazione delle specie che vivono nei nostri mari. Intanto, per migliorare il livello di tutela del mare protetto, l’Assessorato all’Ambiente del Comune di Alghero, l’Area Marina Protetta e la Polizia Locale, hanno già avviato una stretta collaborazione che ha consentito di imbarcare sui mezzi dell’Amp due agenti, in affiancamento alla tradizionale azione di sensibilizzazione barca a barca svolta annualmente.

Nella foto: una fase del recupero
17:59
Se il plauso per la sensibile riduzione delle boe aveva ricevuto il plauso della politica e degli ambientalisti, questi numeri non soddisfano la Cna territoriale di Sassari che accusa Cagliari di non aver osato nella strada percorsa e chiede interventi più strategici per il territorio: dall’approvazione di un piano di investimenti infrastrutturali al Piano del Porto di Alghero



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