21 giugno 2014
Perchè Alghero non è Capri?
I Faraglioni valgono almeno quanto Capocaccia e Punta Giglio. Il Caffè Latino potrebbe vantare pregi superiori alla più rinomata Piazzetta. Loro avevano il secondo imperatore di Roma, Tiberio, noi abbiamo avuto Carlo Quinto che non vedeva mai tramontare il sole. Eppure la città catalana sembra trascinata verso un inarrestabile declino. Un segnale: per esempio la chiusura di Andreini stellato Michelin. La proposta del nuovo sindaco di introdurre la tassa di soggiorno, indigesta come tutte le tasse, ci costringe però a riflettere sul destino della principale economia della città: alla ricerca della qualità perduta
Perché Alghero non è Capri? Se a Capri c’era Tiberio, secondo imperatore dei Romani, ad Alghero c’è stato Carlo Quinto che come imperatore si poteva vantare di non veder mai tramontare il sole nei suoi possedimenti che andavano dall’Europa alle nuove Americhe. A Capri ci sono i Faraglioni, ma Capocaccia e Punta Giglio sono più grandi e altrettanto straordinari. Sulle grotte non c’è confronto: quella Azzurra è una badia di fronte alla Grotte di Nettuno magnificente più di una cattedrale gotica… Se si mette a fuoco il centro storico e la città murata di Alghero, al confronto Capri si rivela davvero un centro minore nella storia del Mediterraneo. E anche nel gioco degli ospiti eccellenti Alghero non dovrebbe sfigurare se può vantare Claudio Abbado, a cui ci siano però dimenticati di dare la cittadinanza e chissà se mai riusciremo a intestargli una strada… Potremo anche aggiungere nella scala delle eccellenze internazionali anche Antonio Marras, ma sarebbe troppo facile in questo caso stravincere. E se Capri durante la guerra ospitò il giovane Napolitano impegnato a lavorare per gli americani, il giovane Cossiga durante l’estate scendeva ogni giorno dalla littorina al Lido, con tutta la famiglia… E anche il Caffè Latino sulle mura sopra il porto potrebbe davvero avere una rinomanza comparabile alla mitica Piazzetta.
Perché Alghero non è Capri! Proviamo a fare un elenco. C’è un esempio illuminante, solo in apparenza secondario, su cui nessuno ha mai riflettuto ancora: la chiusura di Andreini, ristorante stellato dalla Michelin, è stato un segnale incommensurabile del decadimento della città soprattutto dopo la morte di Moreno e la decadenza di Cecchini. Che fa il paio con lo stato della banchina della Porta a mare, potenzialmente un salotto di prestigio mondiale, se potessero attraccare di fronte alla Torre Garibaldi le barche del turismo di gamma alta, anzi altissima, se non fosse adibita a uno sfruttamento di bassa gamma, economicamente misero per trasportare i rumorosi gitanti per le grotte e qualche rumorosa escursione nel golfo. Qui non si fanno paragoni di valore morale o sociale: perché ad Alghero entrambe le forme di turismo potrebbero virtuosamente convivere. La miserevole “tavolinopoli” raccontata a puntate sulle cronache cittadine, fra minacce di suicido e plateali incatenamenti, che guarda caso fa pernio sulla cervellotica gestione dei permessi comunali sui marciapiedi di fronte alla passeggiata Bousquet… Colpisce per la sua dissennatezza l’iniziativa ultima di trasformare in “musicalbar” il cortile dell’Università, birrette a fiumi e mojito a gogo, naturalmente sotto l’egida di “associazione culturale” trasformando una prestigiosa istituzione, famosa per il suo radicalismo culturale, politicamente impegnata sui temi dell’ambiente e del decoro urbano, in un vero e proprio “puttanaio” (nessuno per diversi giorni ha portato via la “rogna”).
Tutto si tiene: Alghero, all’economia dello champagne e del caviale preferisce lo sviluppo economico della birretta e del panino… Le Bombarde una delle spiagge più belle del mondo, l’affastellamento di piccole iniziative, che si tratti di giochi per bambini o affitto bici, pronte a trasformarsi in ristoranti e baretti, denuncia un’incuria amministrativa devastante per tutto il territorio. Non sarebbe difficile immaginare il vantaggio economico per la città tutta, se i ristoranti che occupano i posti più pregiati fossero non solo del livello di Andreini, ma più in su, al livello delle grandi firme della cucina italiana, al livello di Gualtiero Marchesi o Nadia e Aimo o anche Vissani o la star Cracco… A Capri, i ristoranti stellati sono due, e uno con stella doppia. Che ad Alghero non ci siano degli alberghi di eccellenza commisurati alle esigenze dell’alto consumo, rischia di spingere la nostra città nei ranghi bassi del mercato turistico internazionale… Capita infatti, che nel momento in cui Las Tronas viene scoperta dal ricchissimo turista russo, quello meno chiassoso e invadente, in fuga dalla Costa Smeralda, ecco che il chiasso concentrico di due attività contigue, musica fuori dalle scale dei decibel consentiti finalizzata alla birretta, costringe i clienti dell’albergo a scappare dopo la prima notte. Suggeriamo un calcolo per capire il nostro ragionamento: quante birrette bisogna vendere per compensare il costo di una stanza occupata da due persone: mille. Per capire il costo ambientale e igienico basterebbe commisurare i litri di pipì prodotta dai consumatori delle mille birrette con quelli dei due malcapitati ospiti di Villa Las Tronas. Naturalmente si possono fare esempi ben più significativi: che Alghero, dopo averlo costruito spendendo denaro e territorio, non sia capace di usare il Palazzo dei congressi è persino ridicolo… Soprattutto se si pensa alla qualità e quantità di iniziative invernali che impiegano le strutture turistiche di Capri in convegni e congressi con un alta resa economica anche in bassa stagione…
Il lettore paziente si sarà già chiesto quale sia il succo di tutto questo discorso. Ecco la risposta: il ripristino della tassa di soggiorno proposta dal nuovo sindaco Mario Bruno alla prima uscita pubblica della sua Giunta ha un retrogusto indigesto, come tutte le tasse, perché di fatto colpisce la categoria principe di ogni economica turistica, cioè l’albergo. Eppure, se servisse a restituire Alghero al grande mercato del turismo mediterraneo, avvantaggiando proprio le strutture più pregiate della nostra costa, sarebbe una grande novità nella filosofia dell’amministrazione cittadina. Perché funzionerebbe come un acceleratore di particelle una tassa finalizzata a ridare alla città quel decoro necessario e indispensabile per far entrare Alghero in pianta stabile nella lista delle eccellenze turistiche del Mediterraneo. La posta è alta per Mario Bruno. Per vincerla non serve fortuna. Solo un’amministrazione della città lungimirante e affatto localistica, capace di evitare le trappole dell’appartenenza, insomma capace di non guardare in faccia nessuno, nemmeno gli amici, ci dirà se Alghero ha fatto finalmente la scelta giusta.
Post Scriptum: a Capri, fino al primo luglio la tassa di soggiorno è di cinque euro. Dal primo luglio, con grande giubilo degli albergatori, sarà sostituita da una tassa di sbarco di un euro e mezzo. Il comune ci guadagna di più, perché così riesce a tassare anche il consumo fra i più deteriori provocato dal turismo di giornata.
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