3 giugno 2014
Leggere Machiavelli ad Alghero
Chi ha consigliato Zanda e Manconi di non scendere verso Piazza Civica visto che erano arrivati già a Porta Terra? Il ballottaggio fra centrodestra e centrosinistra, ancora senza il Pd, riverbera accecante sulle strategie per la nuova segreteria della Sardegna. E rischia di diventare un caso nazionale. Perché il Pd vincente, da Sanna a Mastino, da Lotto a Manca e Demontis, è già tutto con il candidato Bruno. E siccome non ci possono essere due Pd cittadini, prima o poi dovranno trovare un accordo politico. Renzi non si può permettere di perdere, nemmeno ad Alghero.
Il partito non è arrivato. C'era ma non si è fatto vedere. Sabato scorso infatti, sembrava stesse per scoppiare la pace… La contemporanea presenza a Porta Terra di Luigi Manconi senatore democratico e di Luigi Zanda che del Pd al Senato è autorevole capogruppo, aveva fatto pensare a una strategia di pacificazione in atto, proprio nel momento in cui in Piazza Civica cominciava il grande comizio, come ai bei tempi, per Mario Bruno sindaco… E c'era tutto il centrosinistra, allargato dal centro alla sinistra radicale, da Antonello Usai a Elias Vacca. Invece Zanda e Manconi non sono riusciti a infrangere quel muro invisibile che li ha respinti verso Porta Terra per un bicchiere di vermentino nella nuova libreria, Lythos, che ha promosso la presentazione del libro di Manconi, «Accogliamoli tutti». Colpa del mancato apparentamento, dicono. Ma si capisce che non sanno che l'argomento è specioso perché avrebbe come effetto la sottrazione aritmetica di due consiglieri del centrosinistra a favore del centrodestra in caso di vittoria. Si dice invece che il «contrordine compagni» sia arrivato da Silvio Lai, il senatore-segretario regionale in carica che, data per scontata la vittoria di Bruno, ha già steso la sua rete strategica per avere le giuste carte in mano nel momento in cui, fra meno di un mese, il Pd sardo dovrà scegliere il suo nuovo segretario.
In questa prospettiva il comizio di sabato per Mario Bruno ha rappresentato un vero schiaffo politico del Pd governante contro la burocrazia del Pd ufficiale. Figuriamoci se fossero saliti sul palco anche Manconi e Zanda. Avrebbero trovato tutto il Pd già uscito vincente nelle ultime sfide elettorali: due sindaci del Pd appena eletti, (Luigi Mastino di Bosa e soprattutto Nicola Sanna di Sassari) tre consiglieri regionali del Pd sui quattro eletti nei territori del Nordovest (Gavino Manca, Salvatore Demontis, Luigi Lotto)… Il Pd governante ha fatto la sua scelta. Non deve essere stato facile per Lotto, per esempio, con un passato comunista in purezza, seppure napolitaniano, chiedere il voto per un candidato che non corre sotto le bandiere e il simbolo del suo partito, il partito che lo ha eletto. Nel Pci non sarebbe potuto succedere! Nel Pd invece si. Come mai? Nel codice genetico del Pci infatti c'era il «centralismo democratico», cioè si discuteva e ci si divideva nel chiuso delle Botteghe Oscure ma poi ci si presentava al popolo tutti uniti su una sola linea politica.
Nel codice genetico del Pd sono invece le primarie il luogo deputato alla contrapposizione delle idee, per scegliere chi dovrà poi sfidare e possibilmente battere gli avversari politici. Con altre parole è questo che ha spiegato Nicola Sanna, vincente alle primarie per poche decine di voti, ma diventato sindaco di Sassari con percentuali stratosferiche al primo turno. Ad Alghero, invece le primarie sono state cancellate. Ma gli elettori del Pd se le sono fatte lo stesso, votando la coalizione di centrosinistra (senza il Pd) con la maggioranza relativa dei consensi, con mille voti di stacco sul centrodestra, relegando il candidato ufficiale della segreteria, Enrico Daga, al terzo posto con il Pd al 13 per cento. Controprova: sulle schede delle europee il simbolo del Partito democratico ha superato il 34 per cento. A rendere ancora più bruciante quel voto disgiunto fra europee e comunali c'è quel 40 per cento che consacra il Pd di Matteo Renzi come partito nazionale. Ma ci sono anche i 182 mila voti di Renato Soru, di cui oltre 140 mila in Sardegna.
Perché se il candidato del centrosinistra fosse stato uno solo, Daga o Bruno non importa, avrebbe potuto vincere al primo turno. Ecco perché i risultati di Alghero non sono sfuggiti alle analisi del partito a Roma e prima o poi, come ha spiegato Luigi Lotto senza tante perifrasi, avranno un effetto sugli equilibri del Partito democratico in Sardegna. Perché, anche se Alghero è sempre stata un po' speciale, non si potrà permettere certo di avere due Pd. Ma soprattutto diventerebbe molto difficile spiegare a Roma che il Pd ufficiale di Alghero quasi quasi sarebbe stato disposto ad accettare un apparentamento con il centrodestra. Una sommaria analisi dei flussi elettorali, che si possono leggere su Repubblica o sul Corriere, per spiegare il grande successo di Renzi, documenta come i voti al Pd siano arrivati soprattutto dai partiti di sinistra ma in maggior parte da elettori che non avevano votato. Ora non spetta ai giornalisti dare consigli ai politici. Ma sarebbe una grande notizia giornalistica se Enrico Daga, chiedesse ai suoi elettori di sostenere il centrosinistra «senza nulla pretendere». Non c'è bisogno di ricordare Machiavelli, l'inventore della politica moderna, quando dice che se non riesci a essere leone è meglio che tu sia pronto a fare la volpe!
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