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D.C. 30 maggio 2014
Recucity continua: come si riconquista Alghero
L´obiettivo del Dipartimento di Architettura è raccogliere idee per restituire vita ai luoghi inutilizzati della città, sono stati chiamati ad offrire il proprio contributo l’urbanista Giancarlo Paba e il gruppo locale di ricerca-azione Tamalacà
<i>Recucity</i> continua: come si riconquista Alghero

ALGHERO - Sabato 24 maggio il Dipartimento di Architettura, Design ed Urbanistica di Alghero (Dadu) ha dato seguito al percorso avviato nelle due giornate di riflessione su “La riconquista dello spazio pubblico” tenutesi il 5 e 6 aprile scorso, con l’incontro “Recucity 2: una rete attiva da tessere”. Con l’intento di consolidare l’esperienza avviata insieme ai gruppi attivi locali e la comunità, e con l’obiettivo di continuare a sollecitare i cittadini a ripensare l’uso dei molti spazi abbandonati di Alghero, l’incontro è stato introdotto da Arnaldo Cecchini, nonché direttore del Dadu, il quale ha colto anche l’occasione per invitare i presenti al prossimo appuntamento “oltre la città”.

Secondo la filosofia dei vari incontri, “Apprendere dalle esperienze” per delineare una strategia algherese, sono stati stavolta ospitati il professore Giancarlo Paba, urbanista del Dida dell’Università di Firenze e presidente della Fondazione Michelucci e il gruppo locale di ricerca-azione Tamalacà. Grazie al primo è stato così possibile ripercorrere le radici storiche di pratiche di costruzione dal basso nella città di Edimburgo di fine ‘800, studiando anche il pensiero e l’azione di Patrick Geddes. Ma anche valicare i limiti degli spazi confinati del carcere di Sollicciano, con il progetto partecipato “il giardino degli incontri”, misurare il valore delle risorse umane colte nel testo “Spreco” di Danilo Dolci degli anni ’60 sulla situazione di degrado della Sicilia e infine aprire nuovi sguardi sulla dimensione sociale dello spazio nei progetti dell’architetto Giovanni Michelucci.

I secondi invece hanno permesso di conoscere le loro esperienze relative ad un progetto capace di dar voce a quei “corpi urbani” che la città non contempla, come i bambini e i diversamente abili. In tal modo è stato dimostrato come sia possibile fare molto per migliorare la qualità dello spazio urbano attraverso interventi minimi, come l’impiego del colore, o destar le coscienze semplicemente attivando differenti pratiche d’uso dello spazio del quotidiano. Infine, dopo un’introduzione sulle attività svolte e gli obiettivi che intende perseguire la rete di Recucity da parte delle coordinatrici Silvia Covarino e Sabina Selli, la giornata si è conclusa con un confronto dialogico tra Giancarlo Paba e i gruppi attivi locali presenti (Apnea, Caminera, Coworking Alghero, Csoa Pangea Porto Torres, Eutopia Turritana, Greetings from Alghero, Impegno rurale, Malerbe), sulle possibilità e le modalità di intervento e i criteri di scelta dei dispositivi che «come è emerso nelle pratiche di attivazione, non presentano “ricette urbane” standard, ma un cambiamento del punto di vista sul problema delle questioni urbane da affrontare».

Nella foto: un momento dell'incontro



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