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20 maggio 2014
Se ad Alghero vince Vespa…
«Mai e poi mai avremmo creduto di vedere Grillo nel salotto di Vespa ma la politica, com’è noto, è l’arte dell’impossibile», ha scritto oggi il Corriere della Sera. Il governo è arte del possibile. Ma la politica non è solo governo. È anche propaganda. Che tutto si giocherà sul filo di qualche centinaia i voti. È questa l’idea che sta cambiando verso agli ultimi fuochi della campagna elettorale per il Municipio. Come? Ancora non si sa. Ma già tutti si preparano al ballottaggio.
Se ad Alghero vince Vespa…

Ha vinto Vespa o ha vinto Grillo! Vespa dicono i grandi giornali di oggi. E Vespa non è un partito. E nemmeno un ideologia. Ma è invece una vera e propria «visione del mondo». E c’è da chiedersi per quali percorsi dell’opinione pubblica la concitata perorazione politica di Beppe Grillo, travolto dalla spirale delle sue stesse parole, finirà per influenzare la giornata elettorale del 25 maggio. Perché, sebbene il carattere continentale del voto abbia monopolizzato l’attenzione, nei quattromila comuni in cui si eleggono i nuovi municipi, tutti si chiedono se sarà il voto europeo, un voto politico e alla fine ideologico, a condizionare il voto municipale o invece se sarà il voto per i sindaci a vanificare l’ondata grillina. È la domanda più gettonata di commentatori locali che anima il dibattito anche ad Alghero. Perché è su questa frattura che si giocano le percentuali che porteranno al ballottaggio dopo il primo turno.

La magia di Vespa che sa trasformare anche l’antipolitica nella più vieta e antica propaganda politichese, una volta che si assoggetta alle sue regole… Grillo aveva bisogno di sfondare nell’elettorato di centrodestra per continuare a erodere i punti di percentuale che lo separano, ancora sei o sette, forse otto, dalla quota accreditata al partito di Matteo Renzi. Il Pd, secondo il passa parola, perché sebbene i sondaggi siano segreti non sono interdetti, starebbe ancora solidamente attestato sopra il 31 forse 32 ma stazionario e solo una nuova rilevazione ci potrà aiutare a capire se gli ascolti di Vespa hanno smagrito le percentuali di Cinquestelle. È stata una ragione più sottile infatti, che ci riguarda da vicino, a portare Grillo sulla poltrona di Porta a Porta: ristabilire la dimensione nazionale e continentale del voto grillino per evitare che sia eroso dalla poca incidenza dei candidati Cinquestelle nel voto locale.

Anche ad Alghero infatti sarebbe bastato un Pizzarotti qualsiasi per incunearsi nelle fratture sia della destra che della sinistra! Invece, vista fin qui la campagna dei tre candidati che aspirano al ballottaggio ad Alghero, come si è visto durante il confronto al Mercato di tre giorni fa, è riuscita a polarizzare l’attenzione di un elettorato avido di risposte. Come si è visto da Vespa, Grillo non può dare soluzioni… Un po’ perché non le sa, e poi anche perché non ne ha. Ma soprattutto perché in televisione, come Berlusconi, Grillo è il frutto maturo della telecrazia politica italiana, a Porta a Porta si chiacchiera ma non si governa. Difficile perciò argomentare risposte, spiegare proposte, sciogliere dubbi… Rimane da vedere quindi se Grillo, disposto a sacrificare una buona quota della sua credibilità politica, sia riuscito a riaffermare il primato nazionale anche sulle sfide locali.

Perché diffuso è il sospetto fra i commentatori dei grandi giornali di stamane, che a spingere Grillo difronte a Vespa siano proprio le percentuali dei sondaggi commissionati dai vertici del Movimento a cercare di sfondare a destra. Una congiuntura che ad Alghero potrebbe favorire la compagna comunale di Bruno e Daga e di Mariagrazia Salaris. La voce rotta di Bruno, che ha parlato a sorpresa dei suoi problemi giudiziari, alla chiusura del confronto al mercato, aveva un sapore inedito di verità. La sicurezza della candidata Salaris ha confermato il valore della scelta del centrodestra. L’enfasi verbale di Daga, ha cambiato verso alla campagna del Pd, rafforzata da un inedito accordo con i Riformatori di Pietrino Fois, dando al candidato della lista democratica, uscita malconcia dalla sfida interna, una inaspettata patina renziana, in versione «muraglia». Si sa che gli ultimi tre giorni prima del voto sono decisivi per le scelte definitive degli elettori indecisi.

E che anche ad Alghero saranno loro a decidere il risultato. Potrebbe capitare allora, che al secondo turno, le comunali vengano investite da una luce politica nuova. Già dentro le due anime del Partito democratico, provvisoriamente separate, si agitano le idee per il dopo. Cosa succederebbe infatti di fronte a un ballottaggio Bruno versus Daga? E se invece Bruno arrivasse al ballottaggio contro il Movimento Cinquestelle? Sarebbe allora così insensato pensare che il Pd si ostini a perdere invece di cercare un accordo che consenta a Renzi di recuperare venendo in soccorso dei dissidenti pur di battere Grillo sul campo? Il governo è arte del possibile. Ma la politica non è solo governo. È anche propaganda. Ecco perché tutti i candidati sono convinti di arrivare al ballottaggio. E tutto si giocherà sul filo di qualche centinaia i voti. Come ha scritto il commentatore del Corriere della Sera e critico televisivo Aldo Grasso, «mai e poi mai avremmo creduto di vedere Grillo nel salotto di Vespa ma la politica, com’è noto, è l’arte dell’impossibile»...



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