12 maggio 2014
Sindaci in ansia da performance, azzurro sbiadito
Leggere i voti in seno al primo partito di Alghero e a quelli collegati, e tracciarne i flussi, sarà certamente uno dei compiti più delicati che attendono politici e opinionisti. Lo scossone generato dalla mancata candidatura di pezzi da novanta, infatti, potrebbe avere serie ripercussioni alle urne, tanto più se il candidato sindaco scelto da Forza Italia non gode di grande appeal tra gli elettori più schierati, pur partendo col favore dei pronostici vista la spaccatura a sinistra. Ansia da performance che rischia di aggredire un po tutti
Alghero da i numeri e tra breve i voti, in un gioco delle Comunali ancora tutto da scrivere. Sei candidati alla carica di sindaco diversi - Bruno, Daga, Lubrano, Porcu, Salaris, Tilloca - che arrivano da esperienze in città non simili, con percorsi politici opposti e grandi ambizioni. Ma che in occasione del primo confronto pubblico hanno dimostrato tutti i loro limiti. Anche elettorali. A un Centrosinistra polverizzato in tre/quattro aspiranti primi cittadino così (a seconda chi si consideri più di centro, di sinistra o addirittura di destra), si contrappone la «testuggine azzurra», come è stata ribattezzata dallo stesso onorevole Marco Tedde la nuova Forza Italia, con a capo Maria Grazia Salaris (oggi Ncd), una vecchia conoscenza per i berlusconiani giallorossi, con trascorsi da consigliere provinciale prima e assessore comunale poi. Ma che sul finire burrascoso della doppia esperienza Tedde aveva stracciato la tessera e rinnegato il partito, tanto da contribuire, seppur per poco - da candidata sindaco di Alleanza per l'Italia - alla sconfitta dell'allora Centrodestra capitanato da Francesco Marinaro. Oggi perciò è proprio la performance Azzurra a generare le aspettative maggiori, e non potrebbe essere altrimenti considerando anche le mancate candidature di pezzi da novanta e il favore dei pronostici. Uno su tutti Gianni Martinelli, per più mandati il consigliere più votato di Alghero, l'uomo (probabilmente) sbagliato sacrificato dallo stesso partito per lasciare spazio al ritorno di fiamma. Uno scossone che potrebbe avere serie ripercussioni alle urne, se è vero che molti grandi elettori storicamente schierati col popolo forzista decideranno in autonomia di disimpegnarsi a tutto vantaggio della variegata schiera di aspiranti sindaco in campo. Così c'è chi intravede già una fuga prima della tempesta, approfittando dell'irreale quiete tipica del periodo elettorale. E a maggio si sa, i temporali improvvisi non mancano, come le repentine schiarite. Insomma, la battaglia continua anche in Forza Italia e nei partiti satellite.
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