S.A.
29 aprile 2014
Alluvione: mancano 500milioni, Pigliaru tratta con Roma
Il presidente della Regione ha chiesto al Governo «pari trattamento per il caso sardo rispetto ai casi simili verificatisi in Italia e l´esclusione di queste spese dai vincoli di patto di stabilità». Sui fondi dell'alluvione è intervenuto in Consiglio regionale l'ex assessore al Turismo della Giunta Cappellacci, Luigi Crisponi
CAGLIARI - La Giunta regionale ha chiesto al Governo di verificare le risorse e gli interventi conseguenti agli eventi alluvionali del 18 novembre e «pari trattamento per il caso sardo rispetto ai casi simili verificatisi in Italia e l'esclusione di queste spese dai vincoli di patto di stabilità». Lo ha detto il presidente Francesco Pigliaru, che in Consiglio regionale ha ricordato che mancano all'appello circa 500 milioni per il ristoro dei danni infrastrutturali, che ammontano a 650 milioni. Nei giorni scorsi era stato l'assessore regionale agli Enti Locali Cristiano Erriu a presentare un conto su cui è aperto il negoziato tra Regione e Tesoreria dello Stato.
Sui fondi dell'alluvione è intervenuto in Consiglio regionale l'ex assessore al Turismo della Giunta Cappellacci, Luigi Crisponi che ha chiesto che le risorse messe a disposizione dai cittadini «devono essere messe subito a disposizione dei comuni sardi e soprattutto deve essere quantificato quanto è stato devoluto a loro favore». E ha avanzato dubbi sulla facilità con la quale sono stati aperti conti correnti per la raccolta di fondi «senza un adeguato controllo da parte delle autorità competenti. Svariati soggetti hanno attivato conti correnti per la prosecuzione della raccolta di ulteriori fondi ma al momento attuale non è dato conoscere l’entità delle somme disponibili, il numero complessivo e la qualifica dei soggetti coinvolti nella raccolta».
Secondo Crisponi, «è legittima la preoccupazione che la mancanza di trasparenza e vigilanza possa tradire chi ha generosamente contribuito al sostegno delle popolazioni coinvolte nell’evento. Anche perché non esiste in materia una disciplina che regolamenti la raccolta dei fondi di solidarietà e soprattutto assicuri garanzia a chi ha versato il proprio piccolo contributo a favore delle popolazioni colpite dalla calamità».
Nella foto: Francesco Pigliaru
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