Red
21 aprile 2014
Pasqua a Herat con monsignor Marciano
Nell’officiare i riti della settimana santa, ai quali hanno preso parte l’ambasciatore d’Italia in Afghanistan Luciano Pezzotti e il comandante del Regional Command West, generale Manlio Scopigno, monsignor Marciano’ ha spiegato le ragioni ed il senso della sua visita
HERAT - «Il messaggio della Pasqua del Signore chiama ogni cristiano ad essere operatore di resurrezione e operatore di gioia anche nelle situazioni di degrado più terribili, quel degrado che proprio i militari arrivano a toccare più da vicino. Per questo sento di esprimervi la mia gratitudine: intessendo relazioni di fraternità non vi stancate mai di vincere il degrado e di lottare per costruire e ricostruire sempre la speranza di un mondo migliore». Lo ha affermato monsignor Santo Marciano’, ordinario militare per l'Italia, durante l'omelia pronunciata a Herat, in Afghanistan, dove si è recato per incontrare i militari del contingente italiano in occasione delle festività pasquali.
Nell’officiare i riti della settimana santa, ai quali hanno preso parte l’ambasciatore d’Italia in Afghanistan Luciano Pezzotti e il comandante del Regional Command West, generale Manlio Scopigno, monsignor Marciano’ ha spiegato le ragioni ed il senso della sua visita. «Sono qui tra voi come amico, come fratello e come padre. Amico che condivide la vostra storia, il vostro cammino e che vuole prendervi per mano. Come fratello, perché il senso della vita va cercato e trovato nella relazione con l’altro, superando ogni egoismo, vivendo in un clima di fraternità che è il punto di forza di tutti noi e del nostro paese». «Voglio condividere l’esperienza di stare nella precarietà della missione - ha proseguito il vescovo castrense - vivere la logica della solidarietà che è capacità di portare con sé i dolori e le sofferenze di coloro che ci stanno accanto, le difficoltà, le paure, le ansie e i desideri».
Monsignor Marciano’, accompagnato dai cappellani militari della base padre Mariano Asunis e lo spagnolo padre Antonio Alvarez Vargas, ha impartito il sacramento della cresima ad alcuni militari del contingente e presieduto la Via Crucis, momento di preghiera, di riflessione e cammino penitenziale durante il quale un lungo corteo di militari ha sostato davanti alle quattordici stazioni della Passione di Cristo allestite lungo il perimetro di “Camp Arena”. Un momento di raccoglimento è stato osservato dinanzi alla dodicesima stazione in memoria dei cinquantatré militari italiani della missione Isaf Caduti nell’assolvimento del proprio dovere. «Il Signore ci chiama a dire che con il dono della nostra stessa vita una risposta d’amore, di cura, di protezione e di difesa della vita è sempre possibile, soprattutto in risposta alla violenza. E questo i militari lo comprendono bene poiché lo vivono quotidianamente».
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