Skin ADV
Alguer.it
Notizie    Video    Alguer.cat   
NOTIZIE
SardegnaTurismo Alguer.it su YouTube Alguer.it su Facebook
Alguer.itnotiziealgheroSportAutomobilismo › Protesta dei piloti: interviene Sergio Farris
Antonio Burruni 28 marzo 2014
Protesta dei piloti: interviene Sergio Farris
«Sono d’accordo sulla protesta, che è lecita e positiva, ma secondo me è stata presa la strada sbagliata. Avrebbero dovuto coinvolgere i delegati provinciali e regionali della Csai, che sono stai eletti per rappresentare i piloti»
Protesta dei piloti: interviene Sergio Farris

ALGHERO - «Sono d’accordo sulla protesta. E’ giusta, perché non si può propagandare e divulgare lo sport a questi costi. Primo, perché non si possono paragonare i sardi ai continentali, perché un pilota sardo può fare quattro-cinque gare in un anno (ammesso che ci siano ed abbiano voglia di farle) e cambiare le misure di sicurezza ogni tre anni, chiedendo di spendere 7mila euro (che diviso in massimo quindici gare nel triennio verrebbe un costo di 500euro a gara) è assolutamente esagerato». A parlare è Sergio Farris, totem dell’automobilismo isolano, che commenta la decisione di piloti e team sardi di scioperare, non organizzando e non disputando gare.

«Sono d’accordo sulla protesta – prosegue - che è lecita e positiva, ma secondo me è stata presa la strada sbagliata. Avrebbero dovuto coinvolgere i delegati provinciali e regionali della “Csai”, che sono stai eletti per rappresentare i piloti in seno al Comitato e non, come molti credono di essere, rappresentanti della Csai in Sardegna. Non è così. Loro dovrebbero salvaguardare gli interessi dei piloti che li hanno votati, dovrebbero far si che i piloti possano correre con delle spese minori, che posso (nella mia piccola esperienza) consigliare. Esiste un passaporto tecnico di ogni automobile, con la cronistoria. Quindi, il commissario tecnico che va a verificare le condizioni di una macchina, si accorge da quanto tempo e quante gare ha potuto effettuare. Sarebbe bene che la Csai stabilisse un certo numero di gare (quaranta-cinquanta). Chiaro che, a quel punto, l’incidenza delle gare sarebbe giusta. Mi chiedo, per esempio, le cinture di sicurezza adoperate per cinque gare, per venti-trenta chilometri, possano avere lo stesso consumo, perdita di elasticità e sicurezza, rispetto ad una che ne ha disputato quindici, senza considerare le tante prove speciali di un rally? Non possiamo considerarle alla stessa stregua».

Quindi, secondo Farris, la proposta da fare alla Csai, se non vuol perdere un numero di una certa importanza di piloti (non solo in Sardegna), perché la protesta si sta ampliando anche in Penisola, dove organizzano gare al di fuori della Csai, con un limite dei tre chilometri, non considerate gara in salita, ma slalom, con una velocità massima di 80km/h, dov’è sufficiente l’autorizzazione del sindaco del luogo, con costi molto inferiori. «I piloti sardi dovrebbero ricordarsi che in seno al Direttivo Nazionale Csai c’è anche il presidente dell’Aci Nuoro Pierpaolo Seddone e del presidente dell’Aci Cagliari, l’onorevole Giorgio Ladu. Chiedo: quante volte sono stati ascoltati dai piloti sardi, o quante volte i piloti sardi gli hanno chiesto di portare la loro protesta in seno al Direttivo?».

Nella foto: Sergio Farris



Hosting provider Aruba S.p.A. Via San Clemente, 53 - 24036 Ponte San Pietro (BG) P.IVA 01573850516 - C.F. 04552920482

La testata usufruisce del contributo della Regione Sardegna Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport
Legge regionale 13 aprile 2017 n. 5, art. 8 comma 13

© 2000-2024 Mediatica SRL - Alghero (SS)