M. P.
23 marzo 2014
Antonio Sotgiu, un turritano fuori dal comune
Antonio Sotgiu, classe 1964, stilista di Porto Torres, vive ormai da diversi anni a Novara. E´ riuscito ad imporsi in un campo difficile come quello della moda che richiede applicazione e tanta competenza
PORTO TORRES - Si scopre presto promettente stilista di moda, Antonio Sotgiu, classe 1964, dopo aver frequentato il liceo artistico di Sassari in cui si diploma in fotografia, grafica e pubblicità. Migrato a Parigi, in Francia, per frequentare la scuola di moda francese “Le Grand chic”, sviluppa un interesse particolare per i materiali di grande qualità e per la sartorialità dei dettagli. Sin da giovanissimo ha lavorato alla realizzazione di quello che per lui rappresentava un sogno ed è riuscito ad imporsi in un campo difficile come quello della moda che richiede applicazione e tanta competenza, sostenuto da una professionalità che non s’improvvisa. Appena terminata la scuola, a metà degli anni ‘80, inizia a lavorare nell’ufficio stile di Ernestina Cerini.
L’incontro con Gianni Versace è fondamentale. Lo stilista lo vuole nel suo staff e nel periodo trascorso a lavorare a stretto contatto con lui, Antonio Sotgiu “fissa” il modus operandi che caratterizzerà tutto il suo percorso professionale e che è ancora il cardine di ogni sua creazione: immaginare un prodotto, fin dalla fase progettuale, come risultante di un insieme di elementi che combinati tra loro devono essere in grado di far vivere un racconto a sé. La lezione più importante appresa da Versace è proprio l’importanza di ciò che un prodotto può arrivare a esprimere e la rilevanza che anche l’elemento immateriale assume in questo insieme. In seguito alla scomparsa di Versace, Antonio Sotgiu inizia la sua collaborazione con Alviero Martini che lo vede assume la direzione dell’ufficio stile.
Anche in questa esperienza ha modo di continuare il suo iter di ricerca sui materiali e sulle possibilità di sperimentare applicazioni non convenzionali. Conclusa la collaborazione con Martini, inizia il periodo nel gruppo Miroglio Vestebene dove viene chiamato per trasferire nell’ambito del prêt-à-porter l’esperienza maturata nell’alta moda. Nel terzo gruppo d’Europa di prêt-à-porter, in qualità di product manager di differenti brand, perfeziona tutti gli aspetti che riguardano le fasi di progettazione, sviluppo e commercializzazione di nuove linee di prodotto. «E’ da qui che nasce e si realizza il mio sogno – dichiara Antonio Sotgiu – il progetto Punto47, un’idea che trae ispirazione dalla “contaminazione” di oggetti diversi che ristrutturati e assemblati prendono vita in forme e oggetti nuovi».
Ha inseguito il suo sogno con tenacia e determinazione ed è riuscito a rivitalizzare cose e tessuti, destinati a rinnovarsi con eleganza e bellezza. Un progetto di riciclo di materiali raffinati e di qualità in grado di fare la differenza in un outfit. «Siamo tutti consapevoli che il consumo è ciò che regola la produzione, ma mi sembra interessante ritagliare anche spazi diversi per oggetti passati in “disuso”, – sottolinea Antonio Sotgiu - è un peccato che perdano la bellezza e il valore – progettuale, materico, estetico - che hanno in sé». Un progetto ambizioso il suo, un percorso di creazione per trovare forme espressive nuove, dove il “made in Italy” è fonte di continua ispirazione nella realizzazione di capi innovativi ed ecologici, lavorazioni che richiedono precisione punto per punto, per il piacere di creare oggetti e capi tutti da indossare.
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