D.C.
24 febbraio 2014
Antonio Marras in passerella a Milano
Lupi, linee e colori di Sardegna e d’Oriente, gli elementi caratterizzanti la collezione autunno-inverno 2014-15, presentata a Milano dallo stilista algherese
ALGHERO - Da un lato l’incalzare dell’estate, dall’altro flash e immagini del prossimo inverno, regalate con grande anticipo da chi è abituato a pensare al futuro, ovvero dai grandi artisti della moda. Tra questi, ad offrire in anteprima un apprezzato assaggio d’autunno, è stato lo stilista algherese Antonio Marras, protagonista della passerella milanese, lo scorso 22 Febbraio, insieme alle sue creazioni e all’amata Sardegna: principale fonte d’ispirazione, nonché fedele compagna di viaggio. Ma a stimolare la creatività dell’artista sono stati anche l’Oriente e la letteratura, in particolare “Il lupo della steppa" di Hermann Hessè e il leopardiano "Canto notturno di un pastore errante nell'Asia", il cui incipit, peraltro, è stato riportato anche nelle note di accompagnamento alla collezione.
Tutti elementi questi che hanno spinto Antonio Marras a trasformare il “Garage di via Maiocchi”, uno spazio industriale nel dopoguerra e un’autorimessa negli anni sessanta, in suggestivo bosco dominato da lupi ed illuminato dalla luna piena, riprodotta infatti sulla sommità di una struttura in tubi metallici; un luogo magico, scaturito dalla fusione tra gli elementi propri di una Sardegna selvaggia, barocca ed antica, i colori e le forme dell’Asia e le immagini animalesche evocate da precise opere scritte. Ecco dunque che a sfilare in un luogo così ricostruito sono state donne dalle acconciature e dal make up orientale, con indosso abiti dalle tinte indiane (oro, bronzo) e dai tagli asiatici (alcuni capi ricordavano il Kimono), capaci però di richiamare al contempo le principesse della Sardegna dell’entroterra, con i loro abiti ricamati, i capelli incrociati sopra la testa e le labbra dello stesso rosso vino dei cappotti.
Figure femminili del passato ed icone classiche di terre lontane quindi, rese però originali ed innovative grazie all’accostamento ad esse del lupo, immagine simbolo dell’intera collezione, stampata quasi in ogni indumento e presente addirittura sull'invito alla sfilata. Caratteristici della collezione a questo punto sono stati nello specifico la stola con gli occhietti e la lingua di vernice, i cappotti over con il collo rubato al bomber, le giacche vintage, smontate e rimodellate, gli abiti di pizzo con inserti di plissé, i caban di tweed con interventi di pelliccia, i maxi gilet di broccato lurex, la camicia trompe l'oeil, dove il revers è disegnato, il pantalone gessato con motivi astratti placcati ed infine i colori densi, profondi, saturi e decisi, come l’aubergine, giada, blu notte, azzurro polvere, bianco neve, bronzo, rosa antico e rosso porpora. Si tratta di indumenti, accessori, tinte, rifiniture e scenari che hanno dato vita ad un evento artistico capace di sintetizzare molteplici realtà e significati e mostrarsi agli occhi di tutti come entusiasmante viaggio dall’Europa all’Asia e dalla Terra alla Luna.
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