26 febbraio 2014
Dilemma catalano: vincere perdendo o perdere vincendo?
Nei discorsi degli opinionisti dei «passi peduti» le prossime comunali di Alghero sono diventate l’argomento dominante. Conseguenza diretta delle regionali già vinte da Pigliaru e collaterale delle europee in corso d’opera, dove si giocherà la grande sfida, all’ultimo voto, fra Renzi e Grillo. Ad Alghero il vincitore Tedde si trova in minoranza a Cagliari. La mancata rielezione di Fois, vittima del fuoco amico di Forza Italia, apre a destra un conflitto ancora tutto da combattere. Ma soprattutto per il centrosinistra vincente diminuisce la rappresentanza algherese ridotta alla presenza sul territorio provinciale di Luigi Lotto, rieletto anche con i voti di Alghero. Lotto, algherese acquisito, potrebbe essere affiancato a Cagliari da un assessore catalano che di più non si può: Carlo Sechi, in corsa per la Cultura.
Ad Alghero quest’anno si gioca il triplete elettorale: ci saranno altre due elezioni infatti dopo le regionali, le europee appunto e soprattutto le comunali. Così mentre sono ancora intenti a dipanare il significato politico delle percentuali instabili seppure definitive, gli «opinionisti anonimi» che percorrono il «quadrilatero dei passi perduti», partendo da Porta Terra lungo la via Simon per girare verso Piazza Pino Piras seguendo via Mazzini e piegare poi per Piazza dei Mercati e quindi tornare ai giardini, cominciano a proiettare i loro ragionamenti verso la contesa per la conquista del Municipio. Perché sono molti i conti che non tornano. A partire dalla travolgente vittoria di Marco Tedde che coincide con la sconfitta elettorale di Forza Italia, proprio nel collegio che a Cappellacci ha dato il peggio e dove Pigliaru ha preso il meglio. «Vincere perdendo» è la formula più in voga nelle discussioni già articolate sebbene ancora pensose e distaccate. Se Tedde ha vinto, ha perso Alghero. In città infatti si poteva contare, nella scorsa legislatura, su due consiglieri di centrosinistra, all’opposizione (Bruno e Sechi), e su un consigiiere per la maggioranza di centrodestra, (Pietrino Fois).
Ma soprattutto bisogna capire, e se ne discute con puntiglio, se il grande successo di Forza Italia non solo ha limitato lo spettro percentuale su cui avrebbe potuto crescere la candidatura di Raimondo Cacciotto ma ha finito per condizionare verso il basso la percentuale di voto possibile a favore del candidato dei Riformatori, Fois appunto, abbattuto dal «voto amico» del compagno di coalizione. Registrano, gli «opinionisti scalzi», calcando la definizione usata per gli storici non accademici che a loro volta si riferivano ai «medici scalzi», alcuni difetti nei modelli interpretativi usati per le previsioni di qualche settimana fa. Per esempio si è abbassata la famosa quota 5000, che sembrava la quantià di voti necessaria per avere un seggio per i candidati delle liste maggiori. Paradossalmente, per il combinato disposto con la riduzione dei consiglieri regionali, il Pd di Sassari stravincente elegge, con il premio di maggioranza, lo stesso numero di consiglieri che aveva nella passata legislatura nei banchi dell’opposizione, cioè senza premio di maggioranza. Quindi lo slogan va declinato specularmente, «vincere perdendo» ma anche «perdere vincendo».
Il centrosinistra diventato maggioranza a Cagliari infatti può contare su un nome finora poco illuminato ma ben conosciuto nel fra gli «opinionisti dei passi perduti»: Luigi Lotto, che ha riconfermato il suo seggio conquistando una significativa quota di voti ad Alghero puntando sul territorio…
Lotto, sasserese per storia politica, ogliastrino di nascita, algherese per via famigliare, con al suo attivo una solida militanza comincata nel Pci, potrebbe rappresentare quel punto di riferimento, il principale punto di forza per rappresentare Alghero e il suo territorio a Cagliari.
Una rappresentanza algherese che potrebbe trovare un concreto punto di appoggio nella nuova giunta in corso di formazione, se la cernita dei nomi per comporre la squadra di Pigliaru, in virtù del risultato negativo potrebbe favorire la scelta di personalità politiche algheresi di primo rango. Certamente Mario Bruno, anche se su di lui pesa l’avviso di garanzia per i rimborsi spese dei gruppi consiliari, ma soprattutto Carlo Sechi candidatura finora sommersa che potrebbe contendere al rettore di Sassari Attilio Mastino l’assessorato alla cultura. Si tratta di capire infatti quali saranno i punti di riferimento per Alghero nel mare agitato più che mai della politica regionale. Perché è già venuto il momento di indicare i nomi, ideare alleanze nuove, rinforzare quelle passate anche se devastate dalla crisi ancora politicamente urticante che ha portato alla fine traumatica della giunta Lubrano. Visti i risultati del Pd infatti, con gli occhi puntati sulla fine di maggio, potrebbe crescere il consenso per Cacciotto, forte non solo di un bel sorriso ma anche di una storia politica di primo livello.
Ma su di lui peserà proprio la sua origine politica… Come potrà Mario Bruno indicare il suo erede Cacciotto dopo essersi addossato la scelta sbagliata di Lubrano portato alla vittoria appena due anni fa? Perché adesso che i voti sono stati contati, nei discorsi degli opinionisti vengono di nuovo pesati. Quanto potrà pesare per esempio il buon risultato numerico di Valdo Di Nolfo se alle comunali Sel si trovasse all’opposizione di una giunta di centrosinistra guidata da un Pd rinnovato? La sindrome Murgia incombe infatti. Con l’aggravante, per Di Nolfo di avere abbracciato fino alla fine, come e con Bruno fin dall’inizio, il catastrofico destino politico e amministrativo di Stefano Lubrano. Le domande che agitano i discorsi dei «passi perduti» sono molte più delle risposte possibili. Un’agenda fitta di incognite. Si comincia con Enrico Daga, si dice ora alleato di Mario Bruno, per trovare una nuova composizione politica per uscire dalla crisi del Pd algherese. E perché Daga non potrebbe essere i candidato ideale per la poltrona di sindaco con una maggioranza di centro-centro e un po’ di sinistra? Come reagirà il capo dei Riformatori costretto a ridimensionare a misura cittadina i suoi obbiettivi politici? Chi deciderà il candidato di Forza Italia considerando il nuovo ruolo del consigliere Tedde? Con quale intensità sceglierà di partecipare la sinistra comunista di Elias Vacca?
Questi i punti cardinali. Ma la bussola non ha trovato ancora il suo nord. Anzi si fa strada una idea ancora magmatica e di difficile definizione. Il partito del non voto ha fortemente condizionato il risultato di Alghero. Una terra di nessuno, un territorio senza confini che aspetta risposte che non è mai riuscito ad avere. C’è chi starebbe seriamente pensando, dicono «gli opinionisti anonimi» visto il risultato politicamente irrilevante delle liste Murgia, la scarsa incidenza politica dei «cittadini» di Cinquestelle, pensando alla dissoluzione di Alghero Migliore, contando sul voto di protesta degli astenuti militanti, perché non proporsi di raccogliere la bandiera del Buon Governo, parola di cui troppi hanno abusato, mettendo insieme vincenti e perdenti, pessimisti e ottimisti, delusi o entusiasti, per riprendere le fila del bene comune della città. Si sta facendo strada, come una nebulosa che cerca di diventare stella di prima grandezza, un nuovo schieramento che sappia ragionare di turismo, urbanistica e sviluppo imprenditoriale, crescita compatibile e salvaguardia dell’ambiente, e quindi sfidare chi non riesce a prendersi la responsabilità di amministrare da una parte o chi pretende di comandare per decidere il bene di tutti, finendo alla fine per fare solo l’interesse di una parte. Come nei romanzi di appendice, la storia continua. Come? Lo scopriremo nelle prossime puntate.
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