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10 febbraio 2014
Effetto Berlusconi-Briatore: Cappellacci sotto Pigliaru
Riveliamo un particolare segreto che però tutti hanno sentito, ma nessuno ha raccolto: Briatore, grande amico di Berlusconi, nella scorsa puntata di Servizio Pubblico di Santoro ha svelato che il Pps di Cappellacci è stato fatto su misura per l’emiro del Qatar che ha comprato la Costa Smeralda. Deve esserci un complotto contro Cappellacci se questa terza gaffe si aggiunge alle due di Berlusconi. L’ultima ad Alghero dove la scorta ha allontanato in malo modo i giornalisti di Piazza Pulita. Così a pochi giorni dal voto, dicono i sondaggi segreti che, a dispetto della sua mutria seriosa, il candidato del centrosinistra sarebbe riuscito, seppure di poco, a sopravanzare il candidato del centrodestra.
Effetto Berlusconi-Briatore: Cappellacci sotto Pigliaru

Le immagini della fuga di Cappellacci, con la scorta che prende a "schiaffi" i giornalisti. Sgattaiolato dal retro del Cinema Miramare, inseguito dalle troupe di Piazza Pulita e di Alguer.it («si parva licet componere magnis») potrebbe rappresentare il punto di svolta della campagna elettorale per le regionali in Sardegna. L’effetto Berlusconi finora è stato catastrofico: dalla barzelletta della Fiera di Cagliari alla gaffe del Miramare dove ha parlato per un po’ credendo di rivolgersi ai militanti forzisti di Aquileia invece che agli elettori di Alghero. Perciò Cappellacci, alla fine, si è dovuto eclissare senza rispondere alle domande di Alguer.it... Che erano davvero tante. Non è escluso che gli scommettitori di tutto il mondo stiano già «quotando» la gaffe prossima ventura, quando Berlusconi tornerà in Sardegna venerdì prossimo per chiudere la campagna di Ugo Capellacci aperta, come nessuno potrà dimenticare, con la barzelletta di «Ugo Merda». Minaccia, Berlusconi, di sfoderare la proposta segreta per far di nuovo vincere Forza Italia non solo in Sardegna ma in tutto il paese. In Sardegna però la strada di Cappellacci si sta facendo sempre più irta e non è così sicuro che le spinte di Berlusconi lo portino di nuovo a sedere sullo scranno di presidente.

Secondo le voci di dentro che hanno visto i sondaggi di destra e di sinistra Pigliaru ha consolidato, seppure con un solo punto il suo vantaggio. Con un margine di recupero che Cappellacci non avrebbe in quanto i suoi voti coincidono con quelli dei partiti della coalizione che rappresenta, mentre il Pigliaru è ancora al di sotto delle percentuali della coalizione di centrosinistra. La grande idea della «zona franca» di Capellacci infatti sarebbe stata smontata non tanto dai ragionamenti di Francesco Pigliaru, ma dal semplice ragionamento aritmetico: alla economia sarda conviene un regime di zona franca. Perché come all’Italia conviene rimanere in Europa, alla Sardegna, salvaguardando il massimo di autonomia, conviene rimanere in Italia. Constatazione che suona come un paradosso se contiamo le formazioni presenti tanto a destra che a sinistra dello schieramento politico che rappresenta il vario indipendentismo: sono ben 11. Altro che «Unidos» si dovrebbe dire «separados». Sorprendono e stupiscono perciò i pensosi distinguo di Marcello Fois a colloquio con Daria Bignardi nell’ultima puntata delle «Invasioni Barbariche» che provava a distinguere fra «non dipendenza» e «indipendenza» per smussare l’effetto visionario e utopistico, fantapolitico di certo, di una Sardegna che scende in piazza tutta al seguito di Michela Murgia per liberarsi dall’Italia.

L’indipendenza come sogno mancato o ideale identitario si scontra contro la realtà dei numeri della nostra economia che parlano più di assistenzialismo che di sfruttamento, di clientelismo e malcostume etc etc… Ma di questa situazione, stigmatizzata persino da Papa Francesco durante il suo ultimo viaggio nell’isola, non solo è responsabile la classe politica tutta e anche la stessa comunità sarda, in generale, ma in particolare la politica dissennata della giunta Cappellacci. Un preclaro esempio viene da un piccolo episodio televisivo, poche battute poco più di un inciso, che nessuno ha notato e registrato, andato in scena nella trasmissione di Michele Santoro. Franco Briatore, ospite di Servizio Pubblico, con il piglio del grande opinionista, per spiegare ai sardi le vere ragioni che hanno spinto Ugo Cappellacci a immaginare, studiare, progettare e far approvare il nuovo Pps (il piano paesaggistico) che ha sostituito il Ppr di Renato Soru. Per stigmatizzare il fallimento del viaggio di Enrico Letta negli Emirati arabi, Briatore ha paragonato i 500 milioni di euro promessi all’Italia dal Fondo sovrano del Kuwait, con l’investimento ben più rilevante per acquistare tutta la Costa Smeralda del Fondo sovrano del Qatar che fa capo a Hamad bin Kalifa al Thani. Con l’idea di rifarla da capo continuando a costruire quei terreni ancora liberi...

Un compito dove avevano fallito a suo tempo tanto l’Aga Khan, l’inventore, e Tom Barrak, l’ultimo proprietario. Come mai l’emiro del Qatar era così fiducioso di riuscirci investendo una montagna di euro?
La risposta di Briatore è stata semplice e sintetica: il Pps di Cappellacci è stato concepito per accontentare Qatar Holding e far diventare un affare speculativo il suo investimento. A spese del territorio della Sardegna del nordest. Briatore, applaudito dal pubblico di Michele Santoro e di Marco Travaglio, si è lamentato con toni molto vicini alle idee di Beppe Grillo, come tutto fosse finito purtroppo fra le pastoie della burocrazia politica. Il carattere tribunizio della trasmissione, ha fatto passare inosservato il passaggio sul Pps sardo. Così nessuno ha trovato il modo di precisare che il Pps è stato impugnato dal governo e considerato illegittimo. Se non ci fosse stata una piazzata di Vauro contro «gli anziani milionari», riferita proprio all’improntitudine del padrone del Billionaire che pretende di rappresentare le ragioni di chi non arriva alla fine del mese, di chi ha perso lo stipendio, di chi non trova lavoro, nessun altro ha trovato nulla da obbiettare al populismo becero e gaglioffo di Flavio Briatore. E così Briatore ne ha piazzato un’altra: si è lamentato della flebile solidarietà di rito concessa dal primo ministro Enrico Letta alla Sardegna al momento dell'alluvione in Gallura. Dimenticando che al governo della Sardegna c’è da cinque anni Cappellacci.



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