27 gennaio 2014
A volte ritornano: Berlusconi in soccorso di Cappellacci
Il suo arrivo è previsto per il primo giorno di febbraio. Cinque anni dopo la sconfitta di Soru ritenta il miracolo del «Trasferimento di Carisma» per portare di nuovo Cappellacci alla vittoria battendo Pigliaru. I sondaggi, peraltro ancora poco affidabili, indicano un testa a testa fra i due candidati ma rilevano anche un cospicuo vantaggio del centro sinistra. Di almeno cinque punti.
«Arriva o non arriva?»: il tormentone di Striscia la notizia, brillante «nonsense» televisivo interpretato da Ezio Greggio, scioglierà il suo stressante interrogativo solo quando Silvio Berlusconi con un aereo privato della flotta padronale atterrerà in terra di Sardegna. (Sarebbe malignissimo, fin da questo «incipit» ironizzare sulla cosiddetta «continuità territoriale» architettata da Ugo Cappellacci. La digressione è inevitabile, visto che il pensiero corre, per fare un solo esempio, al monopolio della Fiumicino-Alghero assegnato alla piccola compagnia Livingston di Riccardo Toto, figlio di Carlo Toto, già proprietario di AirOne vantaggiosamente ceduta per risanare l’Alitalia con la cordata patriottica voluta da Berlusconi di cui ancora lo Stato paga le tristi conseguenze economiche e commerciali… Grande però è stato il vantaggio per le finanza dei Toto). Finita la digressione: non rimane che constatare che Berlusconi non ha problemi di continuità territoriale. Se serve infatti, può disporre anche di qualche elicottero... Visto perciò che arriva di sicuro, si dice il primo giorno di febbraio, la domanda cruciale in senso politico si intende, diventa un’altra: «Arriva con Dudù oppure con Toti»? (Da non confondere con Toto).
L’equivalenza fra il cagnolino della Pascale e il pupillo di Forza Italia è stata già attestata e certificata dallo stesso Berlusconi che per vantare doti metafisiche simili al mitologico Re Mida, condannato a trasformare in oro tutto ciò che toccava, citava proprio la nuova fama politica di Dudù e di Toto ottenuta per riflesso. Insieme! Entrambi infatti testimoniano una dote finora sconosciuta fra le svariate che Berlusconi si è intestato: il Trasferimento di Carisma. Un miracolo che potrebbe vantare, se il paragone non fosse blasfemo, una qualche similitudine con il trasferimento delle stimmate… Non sappiamo se altrettanto dolorose. Certo che l’esperimento così ben riuscito in questi giorni con il direttore del Tg4 e di Studio Aperto, appunto il giornalista Giovanni Toti, diventato da un giorno all’altro delfino designato, aveva avuto come sede sperimentale primigenia proprio la Sardegna, quando il Grande Capo della destra italiana aveva attraversato il mare per sconfiggere Renato Soru. Per combattere il comunismo naturalmente! E infatti una certa maggioranza di sardi aveva davvero creduto che il padrone di Tiscali fosse in realtà l’ultima reincarnazione di Marx Lenin Stalin e Togliatti...
Così avevano in tanti votato Cappellacci credendo che avrebbe ridato alla Sardegna tutto ciò che la storia le aveva finora negato. L’esperimento sardo, cinque anni fa, però era riuscito a metà: Soru era stato battuto, ma Cappellacci non è diventato uno statista, nemmeno di basso livello, almeno lo stesso di Berlusconi... I politologi laureati dell’isola che finora si sono spremuti le meningi sul tema della «inutilità del voto utile» (chi per difendere Michela Murgia e chi per difendere Mauro Pili) da domani saranno costretti a cercare di sciogliere il nuovo dilemma: Dudu o Toti? Perché pensano, se Berlusconi porterà con se Toti, vuol dire che intende ripetere il Miracolo del Carisma, rinnovando in profondità l’immagine stessa del candidato di Forza Italia. Rifacendolo a immagine e somiglianza del nuovo pupillo. E potrebbe costringerlo a indossare la tuta bianca... Se invece arrivasse con Dudù, diciamoci la verità, vuol dire che il Carisma trasferito già cinque anni fa, basta e avanza: per battere qual comunista di Francesco Pigliaru potrebbe bastare tutta la forza di Dudù. Possibile: se i sardi crederanno ancora una volta a Berlusconi!
I sondaggi, peraltro ancora poco affidabili, indicano un testa a testa fra i due candidati ma rilevano anche un cospicuo vantaggio del centro sinistra. Di almeno cinque punti. Un mare di voti, reso ancor più vasto dal gradimento favorevole per Michela Murgia che potrebbe arrivare addirittura al 20 per cento, e al minimo viene accreditata di un voto abbondantemente al di sopra del 10 per cento. Paradossalmente la sinistra di gran lunga maggioritaria (sommando le indicazioni di voto per Pigliaru e Murgia) potrebbe risultare sconfitta proprio per la inconciliabilità fra il Pd e i vari radicalismi che gli si oppongono dall’estrema sinistra. Sarà infatti molto più facile per Berlusconi limitare i danni provocati dagli «Unidos» di Mauro Pili. E non può non addolorare allora, ogni sincero democratico, come si diceva una volta, constatare come i vari indipendentismi, sia per alleanza diretta sia per opposizione trasversale, finiscano per aiutare anche loro il successo di Ugo Capellacci di nuovo unto dal carisma di Berlusconi. Non possiamo nemmeno immaginare le risate che si stanno facendo nell’aldilà della storia del sardismo Emilio Lussu e Camillo Bellieni, Simon Mossa e Michele Columbu...
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