23 gennaio 2014
Il Fattore G della politica Sassarese
Domina la scena nel Partito Democratico della seconda città della Sardegna determinando scenari confusi e prospettive alquanto nebulose
Il fattore G domina la scena nel Partito Democratico della seconda città della Sardegna determinando scenari confusi e prospettive alquanto nebulose. G come Gianfranco. Il sindaco Ganau è senza dubbio il perno intorno al quale ruota la giostra politica sassarese. Ancora di recente confermatosi il migliore nella classifica dei sindaci sardi e tra i top 20 in Italia, ha tentato di capitalizzare il consenso candidandosi alle primarie per la presidenza della regione risultando sconfitto dalla meteora Barracciu, tanto luminosa quanto fugace nella sua fenomenologia. Ora lancia un'opa sulla lista provinciale del pd della quale vuole e deve risultare il più gettonato dopo aver combattuto, non da solo ma con successo, i mugugni e i malcelati malpancismi di larghe fette del pd per via dell'avviso di garanzia che lo ha raggiunto. Gianfranco sa di essere una risorsa per un pd alla continua ricerca di classe dirigente, però nel percorso di conquista verso Cagliari lascia la casa madre Sassari scoperta e in preda alle lotte per la successione.
A tal proposito le ipotesi in campo sono tre: dimissioni immediate con scioglimento del consiglio ed elezioni in occasione delle amministrative di Alghero e delle europee di maggio; autosospensione con cessione delle deleghe al Vice fino a maggio; decadenza post-elezione con interregno del Vice e consiglio comunale che potrebbe perdurare per oltre un anno fino alla naturale scadenza della consiliatura. Il sindaco, bontà sua, ha manifestato disponibilità a condividere con pd e coalizione la scelta più opportuna ma ad oggi si è ancora lontani dalla soluzione.
G come Gavino, inteso come Zirattu. È lui, il Vice per eccellenza, il traghettatore per poche settimane o per un anno e mezzo che, senza essersi sottoposto al vaglio elettorale, si troverebbe a condurre l'ordinaria e straordinaria amministrazione.
G come Giudici. La presidentessa della morente provincia di Sassari era data come candidata capolista alle regionali in un pd che dimostra di non voler contare sull'apporto delle donne. Il forfait dell'ultima ora farebbe presagire un tentativo di trasloco dagli affreschi della sala Sciuti alle tappezzerie di Palazzo Ducale e la notizia non esalta la sinistra storica del partito. G come Giacomo il leader barbuto. Al partito socialista lo si imparava alla seconda riunione che per essere corrente e poter incidere sulle decisioni che contano devi avere referenti in tutti i livelli istituzionali. Dopo aver toppato gli appuntamenti con le precedenti regionali e le recenti parlamentarie il neorenziano Spissu punta sul Sindaco per segnare nuovi equilibri in ottica congressuale.
Cambiandone l'ordine, com'è noto, il prodotto non cambia. Non cambia neppure il vero nodo di discussione che imbroglia la matassa che porta l'acronimo di Puc, il tanto agognato Piano Urbanistico Comunale che, due passi avanti e uno indietro, prosegue il proprio iter nelle aule del Consiglio e del giudice di pace. Chi avrebbe l'onore di porre il sigillo di approvazione e quindi di ascriversi la paternità? Il Commissario, il Vice o il prossimo Sindaco? La materia scalda le coscienze dei vertici del partito e i tattici propongono rotte alternative che ai comuni mortali sanno di vecchia politica, stantia e barocca. I sassaresi hanno dimostrato in passato di essere accorti punendo elettoralmente atteggiamenti non lineari ma questo, al tempo del prendere o lasciare, sembra non avere importanza.
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