Giovanna Tuffu
9 gennaio 2014
Lingua sarda: lettera aperta a Pigliaru
Lettera aperta al candidato alla Presidenza della Regione Sardegna Francesco Pigliaru sottoscritta da un gruppo di attivisti del movimento linguistico e iscritti al Pd e condivisa anche da diversi amministratori del Pd
Caro Francesco,
nel congratularci per la Tua designazione alla guida della coalizione di Centro-Sinistra per il governo della Sardegna e nel ringraziarTi per aver accettato l’oneroso incarico di impegnarTi nel tentativo di fare uscire la nostra Isola dalle sabbie mobili della crisi che l’affligge, vorremmo segnalarTi fin d’adesso la necessità che il programma di governo per il prossimo quinquennio che ci accingiamo a presentare ai Sardi riservi la dovuta attenzione alle tematiche lato sensu identitarie e, in modo particolare, a quelle riguardanti la promozione e valorizzazione della lingua sarda (e delle varietà alloglotte presenti in Sardegna).
Dal 18 aprile 2006 - data in cui la Giunta regionale della quale facevi parte ha meritoriamente adottato la Limba Sarda Comuna (L.S.C. – Norme linguistiche di riferimento a carattere sperimentale per la lingua scritta dell’Amministrazione regionale) - ad oggi, molto è stato fatto per l’affermazione della nostra lingua storico-identitaria, anche grazie a lungimiranti politiche linguistiche promosse dal Servizio Lingua e Cultura Sarda della R.A.S., nel solco del quadro giuridico-normativo europeo, statale e regionale.
Ma l’obiettivo di ristabilire nella nostra Isola l’auspicato equilibrio funzionale tra lingua sarda e lingua italiana è ancora lungi dall’essere raggiunto. Occorre proseguire con determinazione il cammino intrapreso in questi ultimi anni.
Perciò, riteniamo opportuno segnalarTi alcuni punti che – a nostro avviso – dovrebbero imprescindibilmente caratterizzare il Tuo/nostro programma di governo su questo tema:
a) il perfezionamento e la diffusione dello standard L.S.C. per gli usi scritti del sardo;
b) il concreto impiego della lingua sarda a scuola come strumento veicolare dell’insegnamento, dando così piena attuazione all’art. 4 della L. 482/1999 in disposto combinato con l’art. 9, comma 10, lettera b), della Legge regionale 3/2009;
c) la previsione, in sede di scrittura del nuovo Statuto di Autonomia della Regione Autonoma della Sardegna, della piena co-ufficialità nel territorio regionale tra lingua sarda e lingua italiana;
d) l’approvazione da parte del Consiglio regionale della Sardegna di una specifica legge sulla lingua sarda (e sulle varietà alloglotte presenti nell’Isola), che tracci le linee-guida per il conseguimento nel territorio isolano di una forma di bilinguismo reale e tendenzialmente equilibrato tra sardo e italiano;
e) la garanzia, nel bilancio regionale, di adeguati finanziamenti per le politiche linguistiche in Sardegna, almeno in linea con quelli degli ultimi anni.
Francesco, la Sardegna ha bisogno di cambiare passo! I Sardi hanno il diritto di riappropriarsi pienamente della loro lingua storico-identitaria, a lungo negata da miopi politiche centralistiche! E questi temi non possono e non devono essere appannaggio esclusivo della galassia di partiti dell’area indipendentista/nazionalista/sovranista, né tantomeno della coalizione avversaria di Centro-Destra (che pure mostra al riguardo un certo interesse!).
Nel rappresentarTi fin d’ora la nostra disponibilità a collaborare con Te alla stesura del programma, Ti salutiamo cordialmente e Ti/ci auguriamo un grosso “in bocca al lupo!”.
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