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3 gennaio 2014
Quella piccola differenza fra Soru e Soro…
Manca una manciata di ore al principio della riunione definitiva, ore 16 del 4 gennaio. E mancano solo una manciata di settimane al voto. Ma dopo il ritiro non ancora formalizzato di Francesca Barracciu, il Pd si è di nuovo incartato. E non solo per colpa dei maiuscoli «NO» del padre di Tiscali che rendono impraticabile, per ora, una scelta unitaria... Potrebbe essere vincente, se il Pd saprà scegliere un nome di primo rango, si tratti di Pigliaru o di Mastino invece che del silente Siddi. Soprattutto se a sostenere la candidatura dell’inquisito Cappellacci arriverà in soccorso il condannato Berlusconi. Invece tutto sembra in alto mare. Sembra. Perché di fronte alla guerra fra le fazioni sono in molti a pensare di ricorrere al parere dei grandi tessitori del potere reale nella Sardegna di centrosinistra. Una specie di arbitro. Che tutto sa della politica sarda e nazionale, ma dalla politica politicante si è allontanato: Antonello Soro, garante dell’Autorità per la Privacy... e non è il solo a chiamarsi Antonello...
Quella piccola differenza fra Soru e Soro…

Cappellacci sotto processo e pluri-inquisito. Grillo e compagnia, costretti a elemosinare l’aiuto dei sardisti per scapolare la mannaia della raccolta delle firme. Un trucco partitico insomma. Tanto che Grillo sta seriamente pensando di non concedere il simbolo del M5S a nessuna delle quattro correnti che si stanno sbranando pur di controllare il grande capitale di voti e candidature. Poltrone, in ultima analisi! Michela Murgia costretta ad aggrapparsi a una proposta di giunta del tutto inadeguata alla partita in corso. Insomma il Pd, forte di un nuovo capitale di dignità politica dopo aver sacrificato sull’altare della «questione morale» la vincitrice delle primarie, dovrebbe figurare in grande vantaggio nella sfida elettorale del prossimo 16 febbraio. La candidatura di Francesco Pigliaru, fatti i giusti passi, sembrava una scelta annunciata non fosse stato per il maiuscolo «NO» di Renato Soru. Pensando a una soluzione a bassa intensità politica, i grandi tessitori hanno cercato un nome di riserva ancora più sfumato ma di indubbia autorità.

Il rettore di Sassari Attilio Mastino sulla Nuova Sardegna ha mostrato la sua disponibilità. Ma anche nel suo caso il veto di Soru incombe affilato come una lama di Fogarizzu. Parisi che piacerebbe molto a Renzi e che alla fine è pur sempre un professore di Bologna, difficilmente potrà ottenere quel plebiscito di consensi capace di fargli vincere la ripugnanza a candidarsi in Sardegna! Ma anche per lui non ci sarebbe il consenso di Soru. Si potrebbero candidare, in ordine sparso, anche la presidente della Provincia di Sassari, la volitiva Alessandra Giudici, oppure il sindaco di Florinas e deputato Giovanna Sanna, bersaniana che lascerebbe però il suo posto in parlamento a Gavino Manca, un renziano di prima scelta... Ma anche per loro Soru ha già fatto mancare il suo gradimento. Ci sarebbe anche il nome di Carlo Mannoni, molto attivo sulla rete telematica dei giornali sardi, ma ora improvvisamente dedito a scrivere favole fuori da ogni attualità. Che sia una strategia? Anche per Mannoni però, il consenso di Soru non è scontato.

Già, ma chi è il candidato del padrone di Tiscali? Chi potrebbe rendere meno dolorosa l'impossibilità di candidarsi in prima persona? Perchè anche su di lui pende il giudizio della magistratura, seppure per fatti non legati alla politica. La pattuglia degli ultimi fedelissimi di Soru sta già facendo circolare la candidatura di Caterina Pes, deputata di Oristano, fra i fondatori di Progetto Sardegna. Un nome possibile ma che non fa il peso, soprattutto se per la campagna elettorale sarà combattuta, in prima persona da Silvio Berlusconi. Esattamente come 5 anni fa, di questi tempi... Colpisce in questo momento la scelta di sfumare nel silenzio, complice il Capodanno e un probabile viaggio all’estero, del profilo di candidato (piacerebbe anche a Napolitano) stimato presidente dei giornalisti italiani, stimato anche dagli editori per le sue battaglie contro le leggi liberticide di Berlusconi. La migliore strategia per non incappare nel rifiuto di Soru? Domanda cruciale: avrà Soru la forza politica, anche nel momento in cui i voti si cominceranno a contare e non più a pesare, di imporre da ultimo la sua scelta?

Manca una manciata di ore all’inizio annunciato della riunione ultima. Le telefonate si intrecciano. Ma margini di trattativa non ce ne sono più. Bisogna solo trovare chi avrà la forza di imporre la scelta finale. A questo punto non c’è politico sardo democratico, dalle prime file dei consiglieri papabili alle ultime dei militanti di base, che non pensi con un compiaciuto sorriso a un nome. Possibile deus ex machina per risolvere la commedia già decaduta in farsa. Antonello Soro, non è più un politico e non è più nemmeno un Pd, forse, per evitare il conflitto di interessi con il suo ruolo di presidente della Autorità per la Privacy... Ma nelle spire dell’aria del tempo il suo ruolo istituzionale lo rende ancora più influente. Insieme a lui c’è un altro Antonello: Cabras presidente della Fondazione Banco di Sardegna. Per amore di simmetria nominalistica di potrebbe completare la lista dei grandi tessitori con Antonello Arru, presidente del Banco di Sardegna. Un triumvirato con al centro Soro. E arriverà un momento, se già non è successo, che tutti si rimetteranno alla sua parola, come succede a Don Isidro Parodi nei racconti di Borges e Bioy Casares...



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