27 dicembre 2013
Barracciu o Pigliaru? Questo il problema...
Si decide. Tutto il Pd è stato convocato per capire se davvero la candidata scelta dalle primarie del Pd per contendere alla destra la guida della Sardegna abbia davvero perso la sua originaria spinta propulsiva dopo l´avviso di garanzia. Solo allora il nome della svolta, che col suo prestigio potrebbe dare nuova linfa vitale a un centrosinistra depresso e demoralizzato, diventerà pubblico. C´è una incognita però... Quale sarà la scelta finale di Renato Soru?
Come tutte le rose, anche la rosa dei potenziali candidati a sostituire Francesca Barracciu, con questo duro inizio dell'inverno sono caduti uno dopo l'altro. Non tutti però. Perché le pressioni per convincere la candidata scelta dalle primarie a ritirare la sua candidatura continuano senza perdere la loro iniziale forza propulsiva. E così, nonostante i rigori del freddo e la mancanza di sole e la neve sui monti, un petalo ancora rimane attaccato al bocciolo. Un nome ancora rimane sul tavolo delle proposte per contendere con successo al centrodestra il governo della Sardegna alle prossime regionali. Si chiama Pigliaru, Francesco Pigliaru. Figlio di Antonio. Un grande della cultura sarda. Un mito per l'identità antropologica della Sardegna. Anche Francesco è un professore. Un intellettuale, che ha saputo dimostrare come le competenze culturali e tecniche non siano nemiche della buona politica. È stato lui l'architrave della giunta Soru, prima di entrare in rotta di collisione con il suo mentore. Dicono che sia stato quello il primo segnale della sconfitta annunciata di Soru contro Cappellacci.
Sono in molti nel Pd e compagnia di centrosinistra a temere una reazione antipolitica alla candidatura di Francesca Barracciu, seppure legittimata dalla vittoria alle primarie, ma raggiunta da un avviso di garanzia. La qualità della colpa, per dirla in soldoni un po' di cresta sui conti, di fronte ai processi in atto che vedono coinvolto per gravissimi reati il suo principale contendente, Ugo Cappellacci presidente in carica, sarebbe veniale. Ma il fatto è che a sinistra, la sensibilità verso lo spreco del pubblico denaro è di gran lunga più urticante che a destra. E se quindi è molto probabile che il consigliere Barracciu, sia assolta, è anche vero che fare una campagna elettorale con un avviso di garanzia, non da nessuna garanzia. Fra tanti, è per esempio di questo parere Arturo Parisi, che avrebbe in tempi non sospetti, cercato di spiegare alla candidata del centrosinistra le molte buone ragioni che l'avrebbero dovuta consigliare a fare una passo indietro. Non per uscire dal gioco della grande politica. Al contrario invece, per riaffermare una ritrovata legittimità.
E l'effetto sarebbe davvero travolgente, e il Pd con tutto il centrosinistra si rivelerebbe ben presto imbattibile. A una condizione: se alla fine della riunione di oggi, con il Pd convocato dal segretario regionale Silvio Lai, fosse proprio Francesca Barracciu a scompigliare tutte le certezze proponendo lei per prima il nome del candidato a cui il partito dovrebbe affidare le sorti finali della sfida elettorale. È molto probabile invece che la candidatura di Francesca Barracciu venga confermata dalla riunione di oggi. Troppi i rischi di una deflagrazione politica dello schieramento di centrosinistra. E anche Renzi, prevedendo la malaparata, ha lasciato la patata bollente nelle mani dei democratici sardi. Pronto, c'è da scommettere, a fare i conti il giorno dopo la probabile sconfitta, oppure a fare propria la non impossibile vittoria.
Ma quali sono le divisioni del candidato sostituto? Quali le élites politiche pronte a sostenerlo già da domani? E chi avrà mai l'autorità politica di contraddire una candidatura votata dal popolo democratico? Non sono molti i nemici di Francesco Pigliaru nella riunione di oggi. Uno però si presenta come uno scoglio insuperabile: Renato Soru. Non è difficile allora immaginare che Francesca Barracciu, facendosi forza con tutta la sua debolezza, riuscirà a farsi confermare candidata. E poi? Poi: Forza Paris!
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