A.B.
26 dicembre 2013
«Comprate prodotti locali»
Questo l’appello della Confartigianato Sardegna, che ricorda come siano 3699 le imprese artigiane del settore e, di queste, ben 216 impegnate nelle produzioni Dop, Igp e Stg
CAGLIARI - Sono 3699 i laboratori e le botteghe artigiane sarde dell’agroalimentare pronte a soddisfare ogni tipo di palato e ad offrire a clienti nostrani e turisti, un ventaglio di prodotti straordinari per qualità, gusto, tradizione e genuinità. Di queste, ben 216 offrono prodotti di altissima qualità, lavorati, trasformati e certificati secondo i marchi europei “Dop”, “Igp” e “Stg”. Questi sono i dati sulla Sardegna del “Dossier sull’Artigianato Alimentare”, elaborato dall’Ufficio Studi Nazionale di Confartigianato, sui dati del terzo trimestre 2013.
«Ci rivolgiamo ai consumatori – afferma il presidente di Confartigianato Imprese Sardegna Luca Murgianu – affinché, in un momento come il Natale, seppure difficile economicamente, si affidino alla tradizione e alla qualità che possono garantire i nostri straordinari artigiani dell’alimentazione e della ristorazione. Anche un solo acquisto di questo genere è un “piccolo valore” che può contribuire a dare ulteriore forza a un comparto che è tra i pochi a resistere alla crisi garantendo occupazione e lavoro a decine di migliaia di lavoratori sardi». Delle quasi 3.700 imprese attive nell’alimentare, 1.455 sono pasticcerie, panifici e gelaterie, 1.673 sono attive nei servizi da asporto, 249 sono pastifici, 50 sono attive nella lavorazione e trasformazione della carne, 44 nel lattiero caseario, 48 nell’ambito delle spezie e condimenti, 44 nella produzione di oli e grassi vegetali e animali, 27 nella lavorazione e conservazione di frutta, ortaggi e pesce, 31 nell’ambito dei vini, birre e distillati vari, 37 nella lavorazione delle granaglie e altre 41 in altre produzioni. A livello provinciale, a Cagliari ci sono 1.475 imprese, a Sassari 1.173, a Nuoro 745 e ad Oristano 306.
«La cosa più interessante di questo settore – precisa Murgianu - è che i prezzi sono stati contenuti quasi “all’osso”. Ad esempio nella pasticceria fresca (dati “Istat”) l’aumento medio al consumatore è stato pari all’1percento. Inferiore sia alla media dei prodotti alimentari che alla crescita dei prezzi delle materie prime. Voglio infine soffermarmi sulle 216 imprese artigiane sarde che si dedicano di produzioni a marchio garantito Dop, Igp e Stg. Un patrimonio di conoscenze e competenze straordinario che si dedica alla produzione di olio extra vergine d’oliva (28 imprese), ai formaggi (120), all’ortofrutta e cereali (29), alle carni fresche e lavorate (34) e alle lavorazioni varie (5). Questi numeri sono la dimostrazione di quanto sia forte il collegamento della popolazione sarda con le sue tradizioni più profonde. Legame che si deve sempre più tradurre in un sistema integrato e sinergico tra prodotti di qualità, territorio e percorsi turistici enogastronomici».
In Italia, il settore dell’alimentare e delle bevande rappresenta il 6,9percento del Made in Italy e segna una crescita del 6percento tra gennaio e settembre 2013, a fronte di esportazioni complessivamente statiche (-0,3percento). I mercati più dinamici sono quelli extra Ue: +7,7percento, due punti e mezzo oltre alla media dei Paesi europei (5,2percento). Export di torte e dolci di Natale per 285milioni nei primi otto mesi del 2013, in crescita del 13,8percento; incrementi dell’export a doppia cifra verso la Francia (38,2percento), il Regno Unito (30,3percento), gli Stati Uniti (21,9percento) ed i Paesi Bassi (15,1percento).
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