G.M.Z.
20 dicembre 2013
Sporcizia a Santa Chiara: Genitori pronti a pagare
La lamentela di alcuni residenti all´indomani della festa di laurea a Santa Chiara scomoda un po tutti e ripropone il dibattito sul rapporto città e università. Cecchini si scusa e i genitori degli studenti scrivono una lettera aperta alla città
ALGHERO - «Le prime lauree non si scordano mai» attaccava il pezzo di denuncia pubblicato da Alguer.it in riferimento alle prime proclamazioni dei nuovi dottori avvenute nel nuovo complesso di Santa Chiara, nel cuore storico di Alghero, ed alle lamentele che ne sono seguite a causa della sporcizia lasciata dopo la festa sui Bastioni. «Architetti laureati in maleducazione» hanno commentato alcuni residenti nel constatare che la piazza non era stata ripulita dai coriandoli. Un'esclamazione (e un titolo) "forte" ma estremamente pertinente, che mai come in questo caso fotografa un piccolo (e probabilmente poco influente) spaccato della vita studentesca. Niente più.
Ed il Quotidiano di Alghero ha dato loro voce (così come avviane da 13 anni), pubblicando anche gli scatti inviati alla redazione [ LEGGI]. Apriti cielo: alle pubbliche scuse del direttore Cecchini che dice «farò in modo che questa situazione non si ripeta: Non si ripeterà», segue la cieca rabbia di molti studenti neolaureati che - probabilmente - non colgono la legittima e quanto mai opportuna richiesta avanzata dai residenti del centro storico che nulla chiedono, se non una ripulita post-festa. Un tema questo che ripropone un dibattito quanto mai interessate sul rapporto città-università. Argomento che Alguer.it approfondirà e concorrerà' a sviluppare (anche grazie all'invito rivolto dal professor Cecchini alla testata) nella convinzione che poche cose come un'università (e di Architettura in particolare) possano contribuire alla crescita di una città.
Nel frattempo divampa la polemica e si scaldano gli animi per avere una ragione che è nei fatti. Capita quindi che molti di quegli studenti che hanno giustamente festeggiato si siano sentiti un po' «trascurati dalla città» perchè qualche residente li ha «ripresi proprio nel loro giorno più bello». Così nella discussione si ritagliano un spazio anche un gruppo di genitori che con coraggio hanno deciso d'inviare una lettera aperta alla città. Di seguito il testo integrale.
Io c’ero. Ho visto ragazzi che dopo anni di duro lavoro, di notti insonni, e di attesa, hanno pianto alla fine della loro esposizione. La loro tesi di laurea, è stato un momento di liberazione, un punto di arrivo per qualcuno, dal quale ripartire per proseguire nelle specializzazione. Al momento della proclamazione, presenti docenti, e alunni, i voti sono stati salutati da autentiche ovazioni, con le lacrime dei laureandi. Un momento di grande festa partecipata, che è proseguita all’uscita dalla facoltà, dove amici e parenti hanno salutato i neo dottori con fischi, applausi e lancio di coriandoli. Ma non erano “Laureati in maleducazione”, erano da pochi minuti laureati in Urbanistica e Architettura. Ora lo sfregio arrecato alla città murata, nello spazio antistante la facoltà, mi sembra eccessivo e forse per un momento fuori da ogni ragionevole condivisione. Si badi bene parliamo di coriandoli e alcune stelle filanti. Ma, non ci esimiamo tutti, genitori e alunni a chiedere umilmente scusa ai residenti al centro storico, che si sono sentiti offesi dalla trasformazione della piazzetta in un ammasso di pattume. Prima che le famiglie e i ragazzi potessero organizzarsi nella raccolta coriandoli dello spiazzo, la notizia ha fatto il giro del web, e a tutti è stata rovinata la serata di festa.
Ma siamo disposti a correre subito ai ripari, pagando in solido l’intervento di pulizia, non appena la società che se ne è occupata lo vorrà formalizzare alla facoltà di Architettura e Urbanistica algherese. Ma non ci esimiamo dall’affermare che la gente residente (ma quanta era?) è stata solerte e tempestiva come non mai, a sottolineare un incidente che ha messo in luce non le positività della Facoltà di Architettura di Alghero, ma ancora una volta la negatività.
Nella foto: la sporcizia lasciata dagli studenti dopo la festa
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