Successo dell´incontro sull´affondamento dell´Onda al Museo del Mare. Nuovi documenti sono stati rivelati sulla vicenda dei Caduti a cui verrà dedicata la Piazza della Rinaredda
PORTO TORRES - L’importanza del mare e delle sue risorse, la cultura e le attività tradizionali legate all’ambiente marino, è questo un modo per conoscere Porto Torres delle origini e di oggi, senza mai tralasciare quegli aspetti che di solito vengono lasciati in secondo piano, come l’attività del porto e dei pescatori. Questo il messaggio della Prof.ssa Gabriella Mondardini nel discorso che ha introdotto il dibattito « Mandati a morire. Una nuova luce sull’affondamento del motopeschereccio Onda», che si è svolto questa mattina al Museo del Mare, in cui nuovi elementi che fanno piena luce sulla triste vicenda sono stati scoperti e rivelati da Lorenzo Nuvoli e Francesco Sannino dell’Associazione Vela Latina, e che attendono di essere riportati in un libro documento.
E’ stata un’occasione per annunciare, da parte del Sindaco Scarpa, che una piazza, La Rinaredda, verrà dedicata ai caduti dell’Onda, un segnale di riconoscimento a coloro che hanno sacrificato la propria vita. L’affondamento dell’Onda e la morte dei sette marinai eroi, il sacrificio e la consapevolezza di incontrare la morte, il coraggio nell’affrontare quel “mostro” che si aggirava per il Golfo dell’Asinara in attesa di colpire il prossimo bersaglio, per farne un’ulteriore trofeo, questi i fatti certi che emergono dall’avvenimento accaduto il 6 maggio del 43’. Tanti i parenti delle vittime, che sono intervenuti per testimoniare il loro dolore e insieme la gratitudine per un’iniziativa che vuole restituire dignità ai pescatori caduti. «Il fatto eccezionale è che questa mattina ci sia così tanta gente,- interviene Carlo Delfino - il Sindaco e soprattutto due volenterosi che hanno ricostruito la memoria di questi grandi uomini». Li chiamano eroi le sette vittime dell’Onda ( Zeno Michele, Bancalà Paolo, Fois Salvatore, Acciaro Emilio, Striano Antonio, Ciro Valente e il comandante Giuseppe Sandolo), perché fu ordinato loro di uscire in mare, nonostante avessero comunicato l’avvistamento del sommergibile Safari P211, pochi giorni prima, alla Marineria Militare e al comandante del porto Giuseppe Longo, ma nessuno gli credette e anzi furono «prelevati» dalle loro case e costretti ad uscire in mare: dovevano pescare l’ammasso per sfamare civili e truppe militari, ma 33 cannonate che hanno rimbombato nella città, impedirono loro di tornare a casa.
Il peschereccio Onda dopo alcuni mesi, è stato trasportato da Cala Reale alla teleferica del porto, poi recuperata fu rimessa in mare. E’stata poi demolita nel 1978 in Grecia. Al termine dell’incontro il Sindaco Scarpa ha voluto sottolineare la drammaticità della storia, una storia che deve essere ricordata per il suo valore. Ha inoltre aggiunto: « l’idea di dedicare una piazza ai caduti dell’Onda, nasce dalle richieste dei parenti e dalle famiglie che la sentono come bisogno per affermare e rendere giustizia alla memoria di questi grandi uomini». Infine sono state consegnate, ai parenti dei caduti, le pergamene in segno di riconoscimento e ricordo delle vittime dell’affondamento dell’Onda.