S.A.
7 dicembre 2013
Villanova, le poesie di Leonardo Iddau
I due volumi contengono una rigogliosa raccolta di modi di dire campionati dalla parlata sarda della comunità di Villanova Monteleone memorizzati dall’autore fin da piccolo e, una volta trasferitosi in seminario a Torino all’inizio degli anni Cinquanta, rielaborati e trascritti su carta da adulto
VILLANOVA MONTELEONE - Giovedì 12 dicembre alle ore 18 presso il salone parrocchiale di Villanova Monteleone verranno presentati al pubblico i due volumi di poesie e frasi popolari “Rositas de mata” scritte e raccolte da don Leonardo Iddau, nato a Villanova Monteleone nel 1928 e da giovane trasferitosi presso i salesiani di don Bosco a Torino. Interverranno Salvatore Tola, traduttore dei testi dal sardo in italiano; Paolo Pillonca, giornalista ed esperto di lingua sarda; mons. Mauro Maria Morfino, vescovo della diocesi di Alghero-Bosa; Salvatore Ligios, editore di tutta la produzione poetica di don Leonardo Iddau. Farà da moderatore Bastianino Monti, dell’Associazione culturale Interrios.
I due volumi contengono una rigogliosa raccolta di modi di dire campionati dalla parlata sarda della comunità di Villanova Monteleone memorizzati dall’autore fin da piccolo e, una volta trasferitosi in seminario a Torino all’inizio degli anni Cinquanta, rielaborati e trascritti su carta da adulto. Dalla quarta di copertina: Nel corso della sua lunga attività di poeta Leonardo Iddau ha impiegato il verso e la rima – sempre in lingua sarda – per raccontare storie, per esprimere sentimenti, per riportare alla luce memorie sue e di persone a lui vicine. Si è inserito così nel grande fiume della poesia isolana, che ha avuto nel suo paese, Villanova Monteleone, sorgenti particolarmente abbondanti. Ha voluto poi aprire un capitolo nuovo e originale: quello che, come si vede in questo libro, nasce dall’intento di dare veste letteraria alla sapienza popolare nutrita dalla conoscenza dei luoghi, dalla riflessione sulle azioni umane e, in particolare, dal contatto quotidiano con la terra e tutti gli esseri della natura.
«Grande è la perizia di don Leonardo nel saper esprimere la sapienza della sua terra e della sua gente nella sua lingua madre», ha osservato don Stefano Martoglio; Guido Bombarda, che ha contribuito all’edizione, colpito da tanta ricchezza dichiara di aver «ritrovato in termini nuovi la saggezza e la sapienza dei nostri avi»; Francesca e Salvatore Tola, che hanno lavorato alla trasposizione in italiano, hanno provato «il piacere della scoperta dei tanti tesori piccoli e grandi del sardo». Mentre per Salvatore Ligios, l’editore, «la voce del poeta certifica l’esistenza e il grande valore antropologico e sociale di un mondo che non c’è più».
Don Leonardo Iddau è nato nel 1929 a Villanova Monteleone, paese di collina una trentina di chilometri a sud di Sassari. A vent’anni, avvertita la vocazione, è entrato nella casa salesiana fondata a Torino da don Bosco, e si è fatto sacerdote. Fedele per tutti questi anni al suo impegno, prosegue ancora oggi nell’attività pastorale, nella casa madre di Valdocco, tra la benevolenza dei confratelli e la stima dei fedeli, che lo apprezzano in particolare come confessore. Da qualche tempo ha iniziato a dare dignità di stampa, presso la casa editrice Soter, ai volumi di versi che negli anni Settanta e Ottanta aveva pazientemente realizzato col ciclostile: a Fiores de ammentu del 2008 e a Cantende in Logudoro e Rimas de dicios sardos del 2011 si aggiunge ora questo omaggio alle Rositas de mata, le “roselline di macchia”.
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