S.A.
6 novembre 2013
Aziende rosa a picco nell'isola
Sono 5.262 le “artigiane coraggiose” della Sardegna che sfidano la crisi ma negli ultimi 5 anni ha chiuso quasi l’8%: trend peggiore in Italia
CAGLIARI - Cinque anni di crisi in Sardegna hanno lasciato il segno anche sul tessuto imprenditoriale gestito dalle donne artigiane. Infatti, tra il 2008 e il 2013, è scomparso il 7,9% delle “aziende rosa”, passando da 5.713 unità a 5.262. Negli ultimi 12 mesi, il tasso di chiusura è arrivato al 2,6%.
Sono questi i numeri che emergono dalla “fotografia” scattata dall’Osservatorio sull’Imprenditoria Femminile e dall’Ufficio Studi di Confartigianato, che vuole raffigurare la situazione delle artigiane nella nostra isola. La Sardegna, con quasi l’8% di chiusure negli ultimi 5 anni, ha il peggior trend d’Italia (media nazionale +1,5%) seguita dalla Sicilia (-6,6%) e la Basilicata (-3,3%).
A livello regionale le 5.262 le donne artigiane sono impegnate nei servizi alla persona (2.816 imprese), nel manifatturiero (1.216), nei servizi alle imprese ( 880) e nelle costruzioni (325).
Tra le vecchie province, poco più di 2mila imprese (-1,6% rispetto a un anno fa) sono registrate in quella di Cagliari; seguono Sassari (1.821/ -2,9% rispetto al 2012), Nuoro (926/ - 3,5% rispetto al 2012) e Oristano (424/ - 3,4% rispetto al 2012).
«I dati del nostro Osservatorio – sottolineano da Confartigianato Imprese Sardegna – dimostrano come l’imprenditoria femminile sarda vada incoraggiata. C’è la necessità di interventi che liberino tutta le aziende dai troppi vincoli e dai costi che soffocano le iniziative». L'associazione di categoria ha proposto una nuova edizione della legge 215 per l'imprenditoria femminile che, negli anni, ha consentito la nascita di oltre 70.000 aziende guidate da donne e ha permesso un incremento occupazionale di oltre 90.000 unità in tutta Italia.
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